Il nodo è la legge sulla magistratura dello scorso dicembre (in vigore dal 14 febbraio 2020) che assoggetta la magistratura al potere esecutivo, riducendo la libertà d'azione
Bruxelles ha lanciato una procedura d’infrazione contro la Polonia per la legge approvata lo scorso dicembre, che assoggetta i giudici all’esecutivo, ledendo il principio della separazione dei poteri. La legge, in vigore da febbraio, “apporta modifiche al funzionamento del sistema giudiziario, col serio rischio di un controllo politico del sistema“. Lo annuncia la vicepresidente dell’Esecutivo Ue, Vera Jurova: “Il virus non può uccidere la democrazia”, ha affermato Jurova, invitando Varsavia ad “affrontare le preoccupazioni” sullo stato di diritto della Commissione Ue. La Polonia ora ha due mesi per rispondere.
Già a gennaio, Il Parlamento europeo aveva chiesto audizioni obiettive e trasparenti con le autorità nazionali a causa del deterioramento della situazione sullo Stato di diritto. Una risoluzione votata dai membri dell’Eurocamera, con 446 deputati favorevoli, 178 contrari e 41 astenuti, affermava che le audizioni in corso con la Polonia (e in quel caso anche l’Ungheria) non avevano portato i due Stati membri a riallinearsi ai valori fondanti dell’Unione europea.