Il grottesco intellettuale accavallò le gambe, prese un libro qualsiasi dalla sua collezione e, alzando gli occhi per guardare la moglie, disse con ghigno deformante: “Ah, è uscito un nuovo video di Zalone“. La moglie, rendendosi conto in quel preciso momento, come un’illuminazione, che il marito non capiva un accidente di niente, finse di andare in cucina. Invece varcò il portone di ingresso per non tornare mai più.
Sì, perché che esista ancora qualcuno che non capisce la sublime e intelligente ironia di Checco Zalone pare quasi impossibile. In un mare magnum di canzoni e slogan pubblicati con l’olezzo ormai stantio della retorica dell’“andrà tutto bene”, Zalone mette su Youtube e sui social un video, un brano, “L’immunità di gregge” che si mangia ogni tentativo sonoro e ogni azzardato sketch di questi ultimi mesi. Lui, insieme a Virginia Raffaele, altra fuoriclasse. La canzone, palese e sincero omaggio a Domenico Modugno, affronta lo ‘spinoso’ tema dei “congiunti” che fino a pochi giorni fa non potevano vedersi.
Storia di due che si sono appena conosciuti e restano bloccati dall’isolamento nelle loro intenzioni di congiungimento fisico. Finiscono per chattare, per mettere in piedi un ridicolo teatrino di sexting. E aspettano. Certe allusioni scivolano nel becero ma è tutto funzionale alle riuscita ironica del pezzo che non ha niente a che vedere con la parodia. Semmai ha a che vedere con la capacità di sdrammatizzare anche quando c’è di mezzo il dramma. Se il mondo è pieno di denti aguzzi capaci di morderti in ogni momento, l’ironia di Zalone (con la complicità di Virginia Raffaele) è capace di limarli, questi denti aguzzi. Almeno per due minuti.