Secondo i dati diffusi dall'Istat, il calo è confermato anche rispetto allo stesso periodo del 2019 (-4,8%). Quasi un punto percentuale in più rispetto alla media dell'eurozona. Numeri dovuti agli "effetti economici dell’emergenza sanitaria e alle misure di contenimento"
Crolla il Pil italiano nel primo trimestre del 2020. Secondo i dati preliminari diffusi dall’Istat, il prodotto interno lordo nazionale ha fatto registrare un -4,7% sul trimestre precedente e un -4,8% rispetto allo stesso periodo del 2019. Una flessione, spiega l’istituto di statistica “di un’entità mai registrata dall’inizio del periodo di osservazione dell’attuale serie storica che ha inizio nel primo trimestre del 1995” e che è “indotta dagli effetti economici dell’emergenza sanitaria e dalle misure di contenimento“.
L’Istat fa sapere anche che il tasso di disoccupazione nel mese di marzo è sceso dello 0,9% rispetto al mese precedente, attestandosi all’8,4% con 2.132.000 persone attualmente senza lavoro. Evidenzia però un aumento dell’inattività e un leggero calo dell’occupazione in quello che è stato il primo mese di lockdown legato all’emergenza coronavirus. Il blocco massiccio della produzione e la chiusura della maggior parte dei negozi ha comunque frenato la ricerca del lavoro: coloro che si adoperano per trovare una nuova occupazione sono calati in un mese dell’11,1%, -267mila unità.
Pil, mai così male dal 1995. In queste condizioni si può chiudere anno a -4,9%
La variazione del Pil acquisita per il 2020 dal dato del primo trimestre è di -4,9%. In assenza di ulteriori variazioni fino a fine anno, sarebbe questo il tasso di calo del prodotto interno lordo nell’arco di tutto il 2020. L’Istituto spiega che la variazione congiunturale del Pil italiano nel primo trimestre “è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutte le principali componenti produttive. Dal lato della domanda vi sono ampi contributi negativi sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia della componente estera netta”.
Allargando lo sguardo all’Europa, nel primo trimestre 2020 il Pil corretto delle variazioni stagionali è calato del 3,8% nella zona euro e del 3,5% nella Ue rispetto al trimestre precedente, secondo i calcoli di Eurostat. Anche in questo caso di tratta del calo più importante dall’inizio delle serie temporale nel 1995. Il crollo ha invertito un trend che nel quarto trimestre 2019 aveva fatto registrare un aumento dello 0,1% nell’eurozona e dello 0,2% nella Ue. Rispetto al primo trimestre del 2019 il Pil ha registrato un calo del 3,3% nell’eurozona e del 2,7% nella Ue dopo essere aumentato dell’1,0% e dell’1,3% rispettivamente nel trimestre precedente.
Calo della disoccupazione. Ma scendcende anche l’occupazione ed è boom di inattivi
Proprio la diminuzione marcata della disoccupazione è uno degli elementi sottolineati dall’Istituto: “Rispetto a febbraio 2020 – scrive l’Istat – a marzo l’occupazione è in lieve calo e la diminuzione marcata della disoccupazione si associa alla forte crescita dell’inattività”. I disoccupati sono diminuiti di 267.000 unità rispetto a febbraio e di 571.000 unità rispetto a marzo del 2019 con un calo tendenziale del 21,1%. Il tasso di disoccupazione scende in maniera più netta tra i giovani (-1,2% che porta il totale al 28%). Il calo dell’occupazione, invece, in numeri assoluti registra un -27mila persone al lavoro rispetto a febbraio e -121mila rispetto a marzo 2019, con un totale di persone attualmente occupate di 23.234.000, pari al 58,8% della popolazione in età da lavoro. “Nonostante l’emergenza Covid 19 – si legge nel report dell’Istituto – l’occupazione ha registrato una sostanziale tenuta, anche per effetto dei decreti di sostegno all’occupazione“.
Analizzando il dato nello specifico delle diverse categorie, si nota che la diminuzione dell’occupazione registrata a marzo coinvolge in maggior misura le donne (-0,2%, pari a -18mila), ma anche gli uomini (-0,1%, pari a -9mila). Anche la forte diminuzione delle persone in cerca di lavoro coinvolge sia le donne (-8,6%, pari a -98mila unità) che gli uomini (-13,4%, pari a -169mila).
Cresce, come detto, il numero di inattivi. Quelli tra i 18 e i 64 anni sono aumentati di 301mila unità nel solo mese di marzo, un +0,8% che porta il totale al 35,7%. La crescita dell’inattività è tre volte più elevata tra gli uomini (+3,9% pari a +191mila) che tra le donne (+1,3% pari a +110mila), con un totale che in termini percentuali raggiunge il 35,7% (+0,8%). Se però si allarga la forbice temporale al primo trimestre del 2020, in rapporto con l’ultimo del 2019, si nota che l’occupazione è in evidente calo (-94mila unità). Nello stesso periodo calano anche le persone in cerca di lavoro (-133.000) e aumentano gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+192.000 unità).
Rispetto a marzo 2019, l’occupazione fa registrare un calo sia nel livello (-121.000 unità), sia nel tasso (-0,2 punti). Su base tendenziale, rispetto a marzo 2019 i disoccupati sono diminuiti del 21,1% con 571mila persone in meno in cerca di lavoro. Gli inattivi rispetto a marzo 2019 sono aumentati di 581.000 unità (+4,4%). L’Istat, nel rapporto, puntualizza comunque che “l’indagine ha risentito degli ostacoli che l’emergenza sanitaria in corso pone alla raccolta dei dati di base. Sono state sviluppate azioni correttive che ne hanno contrastato gli effetti statistici negativi e hanno permesso di elaborare e diffondere i dati relativi al mese di marzo 2020. La ridotta numerosità campionaria non ha tuttavia consentito di diffondere i dati con il consueto livello di disaggregazione”.
A marzo aumenta la disoccupazione nell’eurozona: 7,4% (+0,1% rispetto a febbraio)
Mentre in Italia si è registrato un consistente calo della disoccupazione, tra i 19 Paesi dell’area euro c’è stata invece una lieve crescita. Nel mese di marzo, quando sono iniziate le misure di lockdown legate al Covid-19, il tasso di disoccupazione corretto delle variazioni stagionali si è stabilito a 7,4%, in aumento rispetto al 7,3% registrato a febbraio. Crescita percentuale identica a quella registrata nello stesso periodo tra tutti i 27 Paesi Ue: il dato di marzo è del 6,6% rispetto al 6,5% di febbraio, secondo le rilevazioni di Eurostat.
L’ufficio statistico dell’Ue stima che a marzo 14,141 milioni di persone fossero disoccupate nell’Unione, di cui 12,156 milioni nella zona euro. Rispetto al mese precedente, il numero dei disoccupati è aumentato di 241mila tra i 27 membri e di 197mila nell’eurozona. La Spagna, seguita da Francia e Italia, fa registrare le percentuali più alte, anche grazie al fatto che i dati relativi alla Grecia, che aveva fatto registrare il tasso più alto a gennaio, non sono disponibili: Madrid ha così un tasso di disoccupazione al 14,5%, mentre Roma e Parigi si fermano all’8,4%.
Per quanto riguarda la disoccupazione giovanile, a marzo si è stabilita a 15,2% nella Ue e a 15,8% nella zona euro, contro rispettivamente il 14,4% ed il 15,4% a febbraio. Spagna ultima con il 33,1%, seguita da Italia al 28%. Anche in questo caso manca il dato di Atene.