Il virus non rispetta i confini territoriali, ma non tutti i Paesi sono pronti per affrontarlo. Come in Rojava, a nord della Siria, dove al momento ci sono solo tre ospedali in funzione con 40 ventilatori e 135 posti in terapia intensiva, per 4 milioni di persone. Tramite l’associazione Mezzaluna rossa Kurdistan Italia onlus è possibile essere d’aiuto con una donazione.

Il Rojava non è una striscia di terra qualunque, luogo di guerra da ormai 10 anni: lì, ci vivono anche 600mila rifugiati, sfuggiti ai bombardamenti, costretti ad ammassarsi in campi profughi con condizioni igienico-sanitarie precarie o trovare riparo in abitazioni parzialmente distrutte. L’onlus Mezzaluna rossa Kurdistan Italia è l’unico ente sanitario nella regione: grazie alle donazioni, l’onlus ha costruito un centro d’emergenza ad Al-Hasaka e a Heseke per la popolazione della città e dei paesi limitrofi. “Ma il sistema sanitario del Rojava non è in grado di fronteggiare un’emergenza coronavirus”, ha sottolineato l’onlus.

Non ci sono sufficienti mascherine per la popolazione né aree dove gli infetti possano stare in isolamento. Non ci sono laboratori per i tamponi in Rojava ed è necessario aspettare oltre una settimana per avere i risultati. Sono necessari prodotti per la disinfezione, respiratori, macchinari per la terapia intensiva, posti letto. “E’ assolutamente necessario attrezzare tutta la regione per fronteggiare l’emergenza, altrimenti sarà una catastrofe“, ha aggiunto l’associazione.

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