“È possibile che le farmacie non ne abbiano più, vuoi perché hanno esaurito le scorte, vuoi perché le utilizzano loro, oppure che non abbiano trovato forniture che consentano la vendita a 0,5 euro più Iva. Non è possibile che le abbiano in casa e non le vendano”. Il presidente di Federfarma, Marco Cossolo, è molto netto: trasgredire all’ordinanza che ha fissato il prezzo delle mascherine chirurgiche a 0,50 euro oltre all’Iva non è neanche pensabile, tanto più che l’accordo siglato nella serata di lunedì 27 aprile con il commissario Domenico Arcuri garantisce ai farmacisti il ristoro della differenza tra il prezzo di vendita e quello pagato fino al 27 aprile per l’acquisto delle mascherine. Anzi, ricorda che si sta lavorando anche per coprire eventuali disallineamenti tra il prezzo fissato dal governo e quello che si troverà sul mercato fino alla disponibilità della fornitura della Protezione civile a prezzi calmierati.
Il problema, però, è il passaggio dalla teoria alla pratica. E il tempo che ci vuole per farlo. E intanto l’annuncio di domenica sera ha mandato in tilt il mercato: chi ha potuto nel dubbio da lunedì ha annullato tutti gli ordini superiori al prezzo fissato dal governo. L’accordo di Federfarma è ovviamente ben accetto alle farmacie associate, ma in attesa che venga chiarito se saranno ristorati anche gli acquisti successivi al 27 aprile e antecedenti alle forniture della Protezione civile, tema che sarà al centro di un tavolo fissato per giovedì 30, nessuno vuole rischiare di smenarci.
E così è partita la caccia al fornitore meno caro, ammesso e non concesso che i produttori non locali non si siano rivolti altrove, visto che l’iniziativa di fissare il prezzo non è stata concertata a livello comunitario. Qualcuno sta unendo le forze con altre farmacie per fare massa critica e, con ordini di almeno 100mila pezzi, è riuscito a spuntare il prezzo giusto. Questo però significa che fino a quando questa merce, o quella dello Stato, non sarà consegnata, molte farmacie saranno a secco di mascherine chirurgiche. Proprio alla vigila della “riapertura” del 4 maggio che è ormai dietro l’angolo.
E così non resta che vendere le Ffp2, le cosiddette “egoiste” (quando hanno il filtro) perché tutelano chi le indossa ma non chi le incontra, oppure quelle riutilizzabili. Entrambe però sono decisamente più care delle chirurgiche e non hanno prezzo calmierato. In molte farmacie milanesi l’offerta è esclusivamente di questo tipo di prodotti.