La salute “deve essere al top dell’agenda politica” perché “senza salute non c’è economia e non c’è sicurezza”. Una “lezione da non dimenticare”, avvisa l’Oms, perché durante la pandemia da coronavirus “abbiamo visto la velocità con cui anche i migliori sistemi sanitari possono essere devastati”.

Il direttore regionale per l’Europa dell’Oms, Hans Kluge, invitando i Paesi a “essere uniti”, ha spiegato che il virus “non perdona” e per questo gli Stati che stanno passando alla Fase 2 devono “rimanere vigili e pazienti, pronti ad innalzare di nuovo le misure” di contenimento “quando e dove necessario”.

“La situazione rimane seria” e “non uniforme” in Europa dove “Spagna, Italia, Regno Unito, Germania e Francia hanno ancora il più alto numero di casi”, ma in seguito alle misure di distanziamento “vediamo un plateau o una riduzione nei nuovi casi”.

Sviluppi “positivi” che “dobbiamo monitorare questo sviluppi positivi da vicino”, ha aggiunto Kluge aggiornando i dati di contagi e vittime. In Europa i casi sono aumentati del 15% negli ultimi 7 giorni e ora si attestano a 1.408.266, mentre i decessi sono aumentati del 18% nello stesso periodo con 129.344 morti.

Le dichiarazioni del direttore generale europeo dell’Organizzazione mondiale della sanità arrivano il giorno dopo le lodi di Mike Ryan, capo del Programma di emergenze sanitarie dell’Oms, al “metodo svedese”: “Se vogliamo raggiungere una nuova normalità, è un esempio da seguire”.

Dei 44 Paesi della Regione europea che hanno implementato restrizioni dei movimenti interni, parziali o complete, “ventuno hanno iniziato ad allentare alcune di queste misure, in misura diversa, e altri 11 stanno pianificando di farlo nei prossimi giorni”, spiega Kluge.

“La scorsa settimana abbiamo pubblicato le linee guida essenziali per i Paesi che considerano e pianificano questa transizione – ha aggiunto – In questa guida abbiamo sottolineato che i sistemi sanitari devono avere la capacità di operare su un doppio binario: continuando a fornire servizi sanitari regolari e rispondendo in modo aggressivo al Covid-19″.

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