Uno strappo nei fatti e nei tempi, ma non nei modi. Il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia ha annunciato che il governo diffiderà la Regione Calabria per l’ordinanza con cui la governatrice Santelli ha disposto l’apertura di bar e ristoranti dalla giornata di oggi: “Mi dispiace – ha detto il ministro al Tg1 – ma se non dovesse essere ritirata l’ordinanza sarà impugnata. La fuga in avanti della Calabria non aiuta nessuno e mette a rischio la salute dei calabresi“. Parole nette, che però poi vengono sfumate quando il campo di allarga al rapporto tra governo e tutte le altre regioni, con cui, ha aggiunto Boccia, “non c’è uno scontro“. Anzi. A sentire il ministro quella di oggi è stata una “una giornata costruttiva. Tutte le altre ordinanze delle Regioni sono coerenti con gli orientamenti del governo“.
E in effetti, dopo un inizio di giornata segnato da polemiche e veleni, successivamente i provvedimenti dei vari Fontana, Zaia e Toti (annunciati o già firmati) sono stati tutti nei limiti consentiti dal pdcm di Giuseppe Conte. Un ammorbidimento forse dettato anche dall’esito del confronto pomeridiano con i governatori, lo stesso di cui ha parlato Boccia. In tal senso, secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa, la novità sarebbe una e non di poco conto: dal 4 all’11 maggio la situazione dei contagi da coronavirus sarà sottoposta a monitoraggio, sulla base dei parametri contenuti nella circolare che il ministro della Salute Roberto Speranza invierà alle regioni. Se i dati saranno positivi si potranno valutare le riaperture differenziate su base regionale a partire dal 18 maggio. Un passo in più, insomma, rispetto a quanto comunicato domenica 26 aprile dal presidente del Consiglio. L’unica voce della maggioranza a favore del provvedimento della governatrice Santelli è, come al solito, quella di Matteo Renzi: “In Calabria riaprono i ristoranti all’aperto, con sicurezza, mascherina e tutto? Bene – ha detto il leader di Italia Viva – meglio che facciano così che andare avanti con reddito di cittadinanza e sussidi. Là dove si può ripartire in sicurezza facciamolo. Non vuol, dire darsi alla pazza gioia”.
I provvedimenti delle regioni all’indomani della lettera a Mattarella – La Lombardia allenterà le restrizioni dal 4 maggio, il Trentino-Alto Adige dal 11 maggio parrucchieri, bar e musei, la Liguria chiede di tornare al rispetto delle regole sancite dalla Costituzione, il Veneto sottolinea di aver (quasi) sempre rispettato i confini dei dpcm, la Basilicata non apre i negozi ma chiude i confini, come la Campania. All’indomani della lettera inviata a Mattarella dai governatori di centrodestra e a poche ore dall’ordinanza della governatrice della Calabria Jole Santelli che ha deciso di aprire tutto già da oggi, anche altre Regioni hanno deciso di allentare le misure di contenimento del coronavirus, pur rispettando l’ultimo dpcm di Conte. Il tutto mentre il ministro degli Affari regionali accusa i governatori di centrodestra di “soffiare sul fuoco”.
Boccia: “Regioni centrodestra non soffino su fuoco” – “Durante un’emergenza come questa i colori politici non dovrebbero esistere” ha detto Boccia in una intervista al Corriere della Sera. Stupito dalla lettera inviata dai governatori delle regione di centrodestra a Mattarella, il ministro ha aggiunto: “Abbiamo passato tutta la giornata insieme e non ci hanno detto nulla, l’ho appreso dalle agenzie di stampa“. E ancora: “Spero che nessuno soffi sul fuoco. Tutte le Regioni che hanno scritto al Quirinale, hanno avuto dallo Stato un sostegno senza precedenti“.
Lombardia, Fontana: “Dal 4 maggio via nostre restrizioni” – “Noi non proporremo delle ordinanze che vadano ad allargare quanto previsto dal Dpcm, elimineremo tutte le restrizioni che avevamo posto” ha invece spiegato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, parlando della Fase 2. Dal 4 maggio “sostanzialmente noi allargheremo nel senso di rinunciare a tutte le nostre limitazioni” ha detto Fontana, sottolineando che “riapriamo alberghi, uffici professionali, mercati all’aperto e al chiuso” ma solo per i generi alimentari. “Noi allargheremo dove avevamo ristretto”, ha aggiunto. Quella del trasporto pubblico “è una questione che sto sottoponendo al Governo fin dalla prima cabina di regia” perché “è difficilissimo il distanziamento ma ancora più difficile è capire chi può fare rispettare queste norme”. Una delle proposte che farà oggi nella riunione con il ministro dei Trasporti De Micheli è di “organizzare una differenziazione di ogni singolo orario di lavoro, spalmando l’inizio su fasce più ampie” in modo che l’accesso sui mezzi pubblici si possa “auto-regolamentare“.
“Mi aspetto che dal 4 maggio la gente continui a comportarsi con la stessa serierà e senso civico con cui si è comportata fino ad oggi” ha aggiunto il governatore, che poi ha detto di aspettarsi che le persone riprendano “gradualmente la propria normalità, rispettando le regole, non commettendo imprudenze, sapendo che il virus è ancora presente e quindi noi dobbiamo vivere cercando di non incontrarlo ed evitare che possa riprendere la strada della diffusione. Se lo facciamo in modo serio – ha aggiunto – io sono assolutamente convinto che presto i contagi si annulleranno e la forza del popolo lombardo sarà in grado di superare prima la crisi sanitaria e poi la crisi economica”.
Trentino-Alto Adige, dal 11 maggio riaprono parrucchieri, bar e musei – Dall’entrata in vigore della legge altoatesina per la Fase 2, presumibilmente dall’8 maggio, possono riaprire le attività commerciali e le attività produttive nei settori industria e artigianato. Le attività inerenti i servizi alla persona possono riaprire dall’11 maggio: tra questi parrucchieri, barbieri ed estetisti e anche i servizi di ristorazione e i bar. Dalla stessa data possono riaprire anche le attività culturali, compresi musei e biblioteche. E dal 25 maggio potranno riaprire le strutture ricettive turistiche presenti e gli impianti a fune.
Per tutte le attività commerciali e produttive è previsto che si “attengano scrupolosamente alle direttive a salvaguardia dei dipendenti e dei cittadini – ha detto il presidente della Regione Arno Kompatscher – Una grande sfida è rappresentata anche dall’introduzione di misure per la conciliabilità tra lavoro e famiglia. A questo riguardo sosterremo il più possibile le imprese e le famiglie, ma una soluzione che vada bene a tutti non sarà facile da trovare”.
Veneto, Zaia: “Mai andati oltre i dpcm” – Luca Zaia, dal canto suo, risponde direttamente a Boccia, sottolineando di non ritenere che il Veneto possa essere indicata tra le Regioni che sono andate oltre le misure indicate dai Dpcm. “No – ha detto – Le nostre ordinanze sono sempre state motivate, e fatte nell’ambito della sostenibilità. E fino a giovedì scorso, vedi i 200 metri per spostarsi da casa, avevamo applicato il Dpcm sempre in maniera restrittiva“. Il governatore del Veneto, poi, ha ribadito che vuole svolgere le elezioni regionali subito: “Confermo la volontà di andare a votare a luglio” ha detto ai giornalisti, sottolineando che è “la posizione di tutta la Conferenza delle Regioni. Votare a ottobre-novembre la vedo più rischiosa, anche perché l’Oms prevede una recrudescenza del virus, con rischio di non andare più a votare. I cittadini hanno un unico strumento, ed è meglio pagare lo stipendio a chi è eletto, non a chi è prorogato”.
Liguria, Toti: “Regioni devono avere loro poteri” – Molto chiara la presa di posizione del governatore della Liguria Giovanni Toti: “Pretendiamo dal Governo che le linee guida possano essere interpretate dalle Regioni secondo i poteri costituzionali – ha detto a Radio 1 – si è usciti dalla fase dei divieti, si è entrati nella fase delle regole, il Governo si deve mettere in testa che le regole si decidono insieme tra Regioni e Governo“. Per Toti “non esiste una potestà esclusiva del Governo di dettare le regole in tutta Italia perché non la prevede la nostra Costituzione. Esiste un Titolo V che prevede che cosa può fare l’uno e che cosa può fare l’altro”.
Basilicata, tamponi per chi viene da fuori regione – Dal canto suo, il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, ha emanato una nuova ordinanza, la n. 20, con ulteriori misure di contrasto e prevenzione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. Ferme restando le misure statali e regionali già vigenti di contenimento del rischio sanitario, il provvedimento obbliga chi arriva in Basilicata da altre regioni, anche se asintomatico, “a comunicare la propria presenza al proprio medico di base, al pediatra o al numero verde istituito dalla Regione 800996688”. Oltre all’obbligo della comunicazione c’è anche quello di mettersi in isolamento fiduciario presso la propria abitazione o in un altro luogo indicato come domicilio per quattordici giorni. In questo periodo sono vietati i contatti sociali, spostamenti o viaggi. Chi proviene da fuori regione, inoltre, verrà sottoposto a tampone. La permanenza domiciliare terminerà con l’acquisizione del risultato negativo del tampone mentre la persona risultata positiva sarà presa in carico dalle unità sanitarie speciali Covid-19 e resterà in permanenza domiciliare. Queste disposizioni non si applicano nei casi di comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza o motivi di salute, nonché a coloro che facciano ingresso in Basilicata in ragione di spostamenti funzionali allo svolgimento delle attività inerenti gli organi costituzionali, di funzioni pubbliche anche di natura elettiva, comprese quelle inerenti gli incarichi istituzionali. L’ordinanza è pubblicata sull’edizione speciale del Bur n. 41 e sul sito istituzionale della Regione Basilicata.
Campania, tamponi e isolamento per chi viene da fuori regione – “Il 4 maggio avremo un passaggio estremamente delicato. Da parte delle Ferrovie dello Stato ci arriva la notizia che sono tutti occupati i treni ad alta percorrenza che arrivano dal Nord al Sud. Noi manterremo le nostre disposizioni, quelle attualmente in vigore, che saranno rinnovate”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, intervenendo in Consiglio regionale della Campania riunito in videoconferenza. “Ho parlato ieri con il ministro dell’Interno – ha spiegato De Luca – e ho sottoposto alcuni problemi estremamente delicati. Le ho chiesto di fare come si è fatto 20 giorni fa in occasione della Pasqua, di fare i controlli nelle stazioni di partenza. Per quello che ci riguarda, riteniamo indispensabile che chi arriva da realtà extra regionali, non ho indicato quali regioni, segnali il proprio arrivo al Comune, alla Asl, e vada in isolamento volontario per 2 settimane”. De Luca ha fatto sapere inoltre che “noi, compatibilmente con il programma di screening già in corso, cercheremo di fare uno sforzo per fare i tamponi alle persone che vengono da fuori regione e che vengono individuate e segnalate. Cercheremo cioè di ridurre i 15 giorni di isolamento domiciliare, ma è evidente che dobbiamo avere il massimo della prudenza perché si prevede un arrivo massiccio da territori extra regione Campania“.