Cultura

Gli Uffizi arrivano su Tik Tok: le opere d’arte mostrate con ironia ai giovanissimi

“Così come un giornale non è completo senza la vignetta e la caricatura della prima pagina, così anche un museo può fare umorismo”, ha spiegato il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt. “Serve ad avvicinare le opere a un pubblico diverso da quello cui si rivolge la critica ufficiale"

di Davide Turrini

Il Museo degli Uffizi sbarca su Tik Tok. E fa parecchio ridere ironizzando sui divieti antiCovid-19. Tre i brevi video di nemmeno quindici secondi che la storica istituzione museale fiorentina ha caricato sul suo fresco account della app cinese utilizzata in stragrande maggioranza dagli under 18. Si parte con Il Doppio ritratto dei duchi d’Urbino di Piero della Francesca con i profili di Federico di Montefeltro e della seconda moglie Battista Sforza che dialogano ironicamente con voce fuori campo su distanze e visite ai “congiunti” imposte e concesse a fatica dal lockdown, con lui che se intrufola in casa di lei dopo “una lunga passeggiata” di 200 chilometri.

Nel secondo video la Maddalena del Tiziano dialoga come in un fumetto con Giuditta che decapita Oloferne di Cristofano Allori, sempre scherzando sulla chiusura dei parrucchieri dovuta al lockdown: “Giù, c’ho dei capelli, non vado dal parrucchiere da febbraio”; e l’altra le risponde: “Guarda proprio adesso stavo dando una spuntatina ad Oloferne”. Infine il Tondo Doni di Michelangelo anticipato da una scritta: “Quando sei in quarantena e non ha attrezzi per fare workout”. Ecco allora che sulle note di qualche melodia techno la Madonna esercita un po’ bicipiti e avambracci sollevando a ritmo il Bambino con un’animazione sincopata che ricorda quella dei Monty Python. Infine il Cavalier Pietro Secco Suardo del Moroni si aggira tra i corridoi degli Uffizi sulle note de Le feste di Pablo di Fedez. “Così come un giornale non è completo senza la vignetta e la caricatura della prima pagina, così anche un museo può fare umorismo”, ha spiegato il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt. “Serve ad avvicinare le opere a un pubblico diverso da quello cui si rivolge la critica ufficiale, ma anche a guardare le opere in modo diverso e scanzonato. In particolare, in un momento difficile come questo, è importante, ogni tanto, concedersi un sorriso e un po’ di autoironia. E se è possibile farlo grazie alla grande arte, ancora meglio”.

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