“Le donne sono fonti di vita. Eppure continuamente sono offese, picchiate, violentate, costrette a prostituirsi e a sopprimere la vita che portano in grembo. Ogni violenza fatta a una donna, è una profanazione di Dio che è nato da una donna”, sono parole di Papa Francesco. L’universo femminile è sotto assedio e il Papa scende in trincea al loro fianco. Sopratutto in questi giorni di lockdown, donne costrette a una convivenza forzata con mariti violenti pronti a scoppiare come pentole a pressione.
Dalla parte delle donne lo è sempre stato: già ai tempi della dittatura in Argentina da militante nel sociale nelle baraccopoli di Buenos Aires. E da arcivescovo Bergoglio si sarebbe adoperato per costruire una rete clandestina per la difesa e la fuga dei perseguitati. Francesco, il Papa delle donne (Gruppo Editoriale San Paolo), il saggio della vaticanista Nina Fabrizio è uscito in questi giorni di emergenza Covid-19. Mentre il Papa pregava davanti a una piazza vuota ma riempiva di speranza il cuore di oltre un miliardo di fedeli inchiodati davanti alla loro “cappella” domestica.
La Chiesa è donna, ricorda continuamente il Papa, ma quando le donne potranno accedere al sacerdozio e/o diventare cardinali?
Non vorrei deludere le giuste aspettative ma la strada per l’accesso al cardinalato (che in via teorica può essere anche a prescindere dall’ordinazione sacerdotale) o al sacerdozio delle donne è ancora lunga, anche se non del tutto preclusa. Spiego perché: Francesco più che un classico riformista è un radicale. La definizione di radicale gli è stata affibbiata dal teologo tedesco, e suo amico, il cardinale Walter Kasper. Radicale nel suo caso vuol dire che Francesco cerca di andare alla radice dell’essenza cattolica e cristiana: per questo si concentra sulla povertà e sulla fraternità. Proprio da questa radicalità potrebbero arrivare delle novità. Per un nuovo e più ampio spazio per le donne nella chiesa, Francesco ha istituito una Commissione sul diaconato femminile che faccia esattamente questo lavoro di ricerca alla radice. Andare a vedere se ai tempi dei primi cristiani esistevano forme di diaconato per le donne, che in effetti sembrano esserci state. Sembra che fosse il compito di queste “diaconesse” l’immersione del bambino nella fonte battesimale ol’unzione del corpo delle donne. O quando c’era un “giudizio matrimoniale” perchè il marito picchiava la donna e poi andava dal vescovo a lamentarsi, le diaconesse erano incaricate di constatare i lividi sul loro corpo.
Arrivando al punto: si può pensare che in tempi ragionevoli questa Commissione arrivi a proposte più concrete?
Io credo di sì, ci sarà un ampliamento di spazi per le donne anche nei ruoli pastorali e liturgici. Altre riflessioni sulla “mens” del Papa sono riassumibili in due principi: Non clericalizzare i laici per non far avanzare una mentalità dove si pensi di ottenere un maggiore potere attraverso l’assunzione di prerogative clericali. E NO al machismo in gonnella.
Cosa intende per machismo in gonnella?
Può essere pericoloso. Se facciamo emergere una mentalità per cui la donna per imporsi deve assumere stili e comportamenti del macho. Non credo che la parola che lui ha scelto sia a caso, visto che è un sudamericano di origine. Un esempio, la prima reazione di Christine Lagarde di fronte all’emergenza corona virus è stata quella di reagire come con un bullismo da macho (“Non siamo qui per chiudere gli spread”) e non con quella qualità che il Papa attribuisce principalmente alle donne e cioè “la tenerezza”. Qualità che anche in un uomo non guasterebbe. Il Papa vuole che le donne nella chiesa debbano partecipare in tutte le sedi decisionali possibili perché delle donne è importante “il consiglio” e, appunto, quello sguardo di morbidezza sul mondo.
E una donna Papa?
Non la vedo in un prossimo conclave. Ad accedervi sono ancora solo cardinali uomini e anche se sono il frutto di ampi rinnovamenti nel collegio cardinalizio da parte di Papa Francesco, sono tutti uomini cresciuti in seminario, in ambienti dove hanno “masticato” quasi solo la connessione uomo-sacerdozio e purtroppo anche la concezione uomo-potere. Prima di eleggere una donna, è più facile si affidino a un Papa di colore, o, addirittura, a un Papa dall’Oriente che per la storia della Chiesa sarebbe un cambiamento profondissimo.
Cosa ha detto il Papa del suo libro?
Le farò una confidenza, dovevo portargli una copia con dedica quando è scoppiata la pandemia, ma lui, che ha sense of humour, tramite un suo collaboratore, mi ha fatto arrivare questa battuta: “Speriamo non mi abbia fatto passare per donnaiolo!”.
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vignetta by Guido Ciompi per Nina