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1 maggio, Conte: “Chiediamo scusa per ritardi nell’erogazione degli aiuti”. E ai commercianti: “Col rispetto delle regole, in alcuni territori si rallenterà il contagio e si potrebbe riaprire prima del previsto”

Il presidente del Consiglio affida a Facebook il proprio messaggio per la Festa dei lavoratori e dedica un pensiero a chi fino ad oggi è rimasto "negli ospedali, in strada o in ufficio". E lancia un messaggio di speranza ricordando che "lunedì oltre 4 milioni di persone torneranno al proprio impiego"

Un pensiero a chi durante l’emergenza ha sempre lavorato negli ospedali e per garantire le attività essenziali, le scuse per chi ancora non ha ricevuto i sussidi richiesti e, raccontando le storie di chi gli ha scritto in questi giorni, una sorta di auspicio che sa quasi di promessa: “Con il rispetto delle regole, in alcuni territori si potrà rallentare la curva del contagio. E alcune attività potrebbero rialzare prima del previsto la saracinesca“. E’ quanto scrive il premier Giuseppe Conte nel suo messaggio agli italiani in occasione della Festa dei lavoratori.

Un post su Facebook in cui il presidente del Consiglio si rivolge a una serie di categorie di cittadini: a chi, anche durante il Primo maggio, è ancora impegnato nelle corsie degli ospedali a soccorrere le persone infettate dal coronavirus e non solo; a chi a causa della pandemia è dovuto rimanere a casa nelle scorse settimane e lo farà ancora per un po’; a chi spera di riaprire le proprie attività nel più breve tempo possibile. Ripartenza, infatti, è la parola chiave del messaggio, tanto che il premier si rivolge anche agli “oltre 4 milioni che tornano al lavoro lunedì grazie ai primi risultati delle misure di contenimento“.

Sullo sfondo, neanche a dirlo, il “mondo del lavoro che è messo a dura prova”. “Tanti vivono con ansia e preoccupazione questa emergenza, fra attività chiuse e prospettive di lavoro a rischio – ha scritto Conte – Molti, durante la fase più acuta di questa emergenza, hanno lavorato negli ospedali, in strada o in ufficio per assicurarci assistenza, soccorso, sicurezza e beni essenziali”. Dopo aver citato solo alcune delle lettere di estetisti, ristoratori e altri lavoratori in difficoltà, il premier risponde a tutti coloro che in queste settimane sono costretti a tenere le serrande ancora abbassate: “Sono sicuro che, con il rispetto delle regole adottate, in alcuni territori si potrà rallentare notevolmente la curva del contagio. E alcune attività potrebbero rialzare prima del previsto la saracinesca. Se abbassiamo il rischio di contrarre il virus e rispettiamo i protocolli di sicurezza, tanti clienti torneranno senza essere bloccati dalla paura“.

Come più volte fatto nei giorni scorsi, Conte torna sul tema dell’assistenza ai lavoratori e alle imprese, scusandosi per i ritardi nella distribuzione degli aiuti economici: “Negli ultimi 50 giorni abbiamo dovuto mettere in campo uno sforzo economico pari a quello di intere manovre di bilancio realizzate nell’arco di 2 o 3 anni – continua – Tanti hanno ricevuto un sostegno, altri lo riceveranno nei prossimi giorni. Abbiamo lavorato al massimo per far ripartire a pieno regime il motore dello Stato, perché questo poderoso sostegno pubblico si concretizzasse in pochi giorni. Ci sono stati e ancora continuano alcuni ritardi nelle somme da erogare, come pure complicata si sta rivelando la partita dei finanziamenti. Chiedo scusa a nome del Governo e vi assicuro che continueremo a pressare perché i pagamenti e i finanziamenti si completino al più presto. È ai dettagli un nuovo provvedimento con aiuti e misure per la ripartenza economica che saranno più pesanti, più rapidi, più diretti”.

Un segnale positivo è dato da quegli “oltre 4 milioni che tornano al lavoro lunedì grazie ai primi risultati delle misure di contenimento. Impiegati, addetti e operai che potranno confidare nell’applicazione di rigidi protocolli di sicurezza, su cui saremo intransigenti”. E conclude con un pensiero per tutti coloro che nelle scorse settimane gli hanno raccontato le proprie difficoltà: “Non farò finta di non sentire i vostri consigli, le vostre sollecitazioni, la vostra rabbia, la vostra angoscia. Non cadono nel vuoto, non sono parole al vento. Sono piuttosto il vento che spinge più forte l’azione del Governo. Credo sia l’unico modo per onorare questo giorno, questo 1 maggio“.