Dal 4 maggio si prepara a ripartire anche l’Italia dei motori: da Ferrari a Lamborghini e FCA, si apprestano tutti a definire le ultime linee guida di prevenzione sanitaria per garantire ai lavoratori un rientro sicuro e organizzato.
In realtà FCA ha anticipato i tempi, riaprendo già nei giorni scorsi lo stabilimento di Atessa, nella Val di Sangro, Abruzzo. Lì dove la Sevel, di proprietà anche di PSA, gestisce l’assemblaggio dei van Ducato, i lavori hanno proseguito fino alla prima metà di marzo per poi fermarsi di nuovo e riprendere a fine aprile, dopo l’accordo con i sindacati: la Sevel ha quindi riaperto con 300 mila metri quadrati di superficie sanificata, oltre un centinaio di dispenser igienizzanti, comunicazione delle norme sanitarie attraverso monitor e informative cartacee e almeno dieci termo-camere per il controllo della temperatura all’entrata dello stabilimento.
Con il sito di Atessa sono riprese alcune attività anche a Melfi, Pomigliano, Cassino e Termoli per garantire la fornitura della componentistica; nello stabilimento della cittadina lucana, sempre da lunedì 27 aprile, si sta lavorando alla preparazione delle catene di assemblaggio per le versioni ibride di Jeep. Anche Mirafiori, a Torino, non si sono fermate le attività di ricerca e sviluppo sulla nuova 500 elettrica, ma per la riaccensione delle linee produttive si aspetterà per l’appunto il 4 maggio. Lunedì prossimo sarà un via libera pure per l’intera rete di concessionari e officine del gruppo italo-americano.
Riaperture anche a Modena e Maranello: la casa del Cavallino rampante ha fatto sapere che il 4 maggio, inizio della Fase 2, i siti emiliani chiusi a metà marzo torneranno in attività in modo graduale per ripartire a pieno regime dall’8 maggio in poi. Nel frattempo Ferrari formerà i propri dipendenti sulle nuove misure precauzionali obbligatorie, secondo un programma denominato Back on Track: questo, che prevede anche l’effettuazione di test sierologici, sarà applicato non solo ai dipendenti ma anche alle loro famiglie e alla catena di fornitori.
Cancelli aperti da lunedì anche per lo stabilimento di Lamborghini a Sant’Agata Bolognese, che nelle settimane scorse aveva riconvertito alcuni settori per produrre mascherine e altri dispositivi di protezione. La casa del toro ha annunciato, poi, il lancio di una novità di prodotto per il 7 maggio: si svolgerà in “modalità virtuale”, ha specificato in una nota il CEO Stefano Domenicali.
Fuori dall’Italia, invece, la ripresa dell’industria automotive sarà più lenta. Nissan ha fatto sapere che riaprirà il suo sito più importante nel Regno Unito – dove vengono prodotte Qashqai, Leaf e Juke – soltanto a inizio giugno, mentre negli Usa ritarderanno ancora qualche settimana Volkswagen e Toyota. Il costruttore tedesco, che ha sospeso la sua produzione statunitense dal 21 marzo, non riaprirà il 3 maggio (come inizialmente previsto) il sito del Tennessee; così come Toyota rimanderà le aperture in Nordamerica alla settimana dell’11 maggio, per organizzare la catena di fornitura in modo adeguato. BMW, al contrario, vorrebbe ripartire nel South Carolina già dalla prima settimana di maggio, rimettendo in moto solo metà della capacità dello stabilimento.
Intanto per le Big Three di Detroit (Ford, GM e FCA) sembra ancora tutto congelato, ma la data di riapertura potrebbe essere quella del 18 maggio: sarebbero infatti ancora in corso le trattative con il sindacato dei lavoratori di settore, la United Auto Workers – secondo cui un’apertura a maggio sarebbe troppo rischiosa – e con la governatrice del Michigan, Gretchen Whitmer, che nel frattempo ha esteso il periodo di quarantena nello stato del Midwest fino al 15 maggio, nonostante le proteste dei cittadini nella capitale Lansing.