PADOVA – “Gli specializzandi escono di casa e hanno una vita sociale molto attiva. Sono questi i soggetti che nel momento in cui si inseriscono nell’ospedale creano maggior pericolo”. Sono diventate un caso le frasi, pronunciate da Daniele Donato, direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera di Padova, nel corso di un intervento web organizzato dalla Società italiana di chirurgia plastica in occasione del primo maggio. Donato ha, infatti, sostenuto che la diffusione del contagio tra il personale sanitario sarebbe avvenuto anche a causa “dei momenti di socializzazione al di fuori dell’area assistenziale” da parte degli specializzandi. “Nel momento in cui erano in ospedale e dovevano seguire tutte le misure di barriera erano estremamente precisi e monitorati, ma nel momento in cui si trovavano nella loro sala per mangiare un panino assieme o per usare il computer, questi comunque hanno trovato dei momenti di contatto e di comunione che hanno favorito la trasmissione del virus”.

Le frasi di Donato sono circolate velocemente sul web e non solo le associazioni di specializzandi hanno chiesto “scuse pubbliche”, ma lo stesso rettore dell’Università Rosario Rizzuto e il presidente della Regione Luca Zaia sono intervenuti per difendere chi in questi mesi ha aiutato nella gestione dell’emergenza. Nel primo pomeriggio lo stesso Donato ha diffuso una nota per ridimensionare l’accaduto: “Non volevo criminalizzare nessuno”, ha detto. “Ci si scusa per l’equivoco dal momento che non era intenzione offendere nessuno”. Quindi ha precisato che “le riflessioni fatte sono state estrapolate da un seminario” e che i ragionamenti “non erano giudizi attinenti a categorie professionali. Non ho mai detto che gli specializzandi sono degli untori. Ho detto che far cambiare abitudini a 8mila dipendenti in poco tempo non è stato facile, che abbiamo avuto pochi contagi grazie alla grande maturità di tutti i nostri operatori e che dobbiamo far tesoro di questa esperienza. Quello degli specializzandi era solo un esempio per dire che all’inizio abbiamo avuto un problema e ora non lo abbiamo più”.

I primi a denunciare l’accaduto, subito dopo la diffusione del seminario, sono stati i rappresentanti degli specializzandi rilanciando in rete l’intervento del direttore sanitario. Proprio gli specializzandi, in questi mesi di emergenza, sono stati impegnati in prima linea nei reparti covid per sopperire alla mancanza di personale e in molti casi lo hanno fatto anche con contratti co.co.co. e senza tutele. Quelle di Donato, hanno dichiarato, “sono parole inaccettabili e lesive dell’integrità e della professionalità dei medici in formazione specialistica. Il Direttore Sanitario dovrebbe vergognarsi e scusarsi pubblicamente con tutti gli specializzandi che ogni giorno permettono il funzionamento dell’Azienda” ha dichiarato Andrea Frascati, presidente di Mespad Specializzandi Padova Medici. Ha poi ricordato come inizialmente la dotazione di dispositivi di protezione personale fosse carente e mancassero anche “adeguate disposizioni dalla direzione medica”. E ha aggiunto: “Le parole del Direttore Sanitario avranno delle conseguenze. Pretendiamo scuse pubbliche e il dovuto riconoscimento del lavoro quotidiano, da concretizzarsi in un incontro urgente. Se la Direzione ritenesse la nostra presenza pericolosa e dannosa per l’Azienda sanitaria, noi per primi provvederemo a sospendere al più presto i servizi”.

A sostegno e difesa degli specializzandi è arrivato poco dopo anche un comunicato del rettore dell’Università, Rosario Rizzuto: “Il coraggio, la generosità e la grande professionalità che i nostri giovani colleghi dimostrano ogni giorno in ospedale, e di cui siamo orgogliosi, sono stati decisivi anche nell’emergenza, nella quale, di concerto con Azienda Ospedaliera e Università di Padova, sono state sempre assicurate misure di sicurezza di alto livello. Per loro, una sola parola, a caratteri cubitali: grazie”. Ma non solo Rizzuto. Il presidente della giunta regionale, Luca Zaia, nella conferenza stampa quotidiana ha preso una posizione decisa: “Va ripristinato il buon rapporto con le scuse, può capitare a tutti nella fretta, nella stanchezza o in tempeste mentali che a voce alta venga fuori qualche concetto che non ci sta. E’ successo anche a me. Ho visto il video e qui ci sono i presupposti per tutte le scuse: gli specializzandi sono una colonna portante di questa emergenza, abbiamo fato battaglia per coinvolgerli e aumentare le borse di studio. Li abbiamo voluti in prima linea e sono preziosi. Gli specializzandi: se non ci fossero dovrebbero inventarli. Mi aspetto le scuse per loro”.

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