Il presidente del Consiglio ha rilasciato un'intervista a La Stampa pochi giorni dopo gli attacchi di opposizioni e Italia viva in Parlamento sulla gestione dell'emergenza e alla vigilia dell'inizio della fase 2. Ha smentito l'ipotesi che possano cambiare le alleanze e garantito che l'esecutivo è al lavoro sul fronte economico e quindi sul nuovo decreto. Escluso che sarà necessario il ricorso a una patrimoniale
“Sono fortemente convinto che un sistema come il nostro non abbia affatto bisogno di investiture messianiche, né di uomini investiti di pieni poteri“. Pochi giorni dopo gli attacchi in Parlamento da parte di opposizioni e Matteo Renzi, il premier Giuseppe Conte ha replicato in un’intervista su la Stampa alle accuse di aver violato la Costituzione nella gestione dell’emergenza coronavirus. “Dobbiamo essere orgogliosi di avere rispettato l’equilibrio tra poteri costituzionali”, ha detto riprendendo quanto affermato dai costituzionalisti. E anche per questo, ha aggiunto, l’ipotesi di un governo di larghe intese per la ricostruzione, magari guidato da un altro premier come Mario Draghi, è solo “un chiacchiericcio che fa parte del gioco politico italiano”. Anche perché, ha garantito, “la maggioranza è solida” e un cambio di guida ora sarebbe dannoso per il Paese che si prepara ad affrontare la fase 2. Insomma, almeno per il momento nessuno spiraglio alle minacce del leader di Italia viva che anche oggi, sul Corriere della sera, è tornato a provocare il premier dicendo che “tocca a lui decidere se fare a meno di noi”. Conte continua a ridimensionare lo scontro, derubricandolo a normale dialettica tra le parti: “Stiamo lavorando bene”. E ha respinto l’idea, smentita solo ieri da Silvio Berlusconi, che possa essere Forza Italia a prendere il posto dei renziani: “E’ ben chiara la distinzione dei ruoli”.
Il premier ha rilasciato l’intervista a meno di 24 ore dall’inizio della fase 2 dell’emergenza: “Questa nuova fase”, ha dichiarato, “ci è costata enormi sacrifici ed è per questo che non può essere intesa come un ‘liberi tutti'”. Ed è tornato a chiedere di evitare “gesti di disattenzione o, peggio, un’opera di rimozione collettiva. Il virus continua a circolare tra noi, siamo ancora in piena pandemia”.
Il fronte economico rimane quello più urgente da affrontare e il Paese attende che venga varato il nuovo decreto con gli aiuti per famiglie e imprese: “Sta richiedendo un grande impegno; stiamo predisponendo il rinnovo automatico della cassa integrazione e del bonus da 600 euro, che renderemo più consistente. Offriremo un bonus anche agli stagionali del turismo e degli stabilimenti balneari, ai collaboratori sportivi, ai lavoratori in somministrazione, a colf e badanti. Interverremo per le altre fasce sociali prive di reddito, riproporremo il congedo straordinario, il voucher baby-sitting ai genitori che lavorano”. Il premier si è detto “consapevole” dei ritardi dei prestiti alle imprese, ed è “per questo che nel nuovo decreto economico” verrà adottato “un meccanismo ancora più accelerato”, mentre per il “decreto Liquidità nei prossimi giorni solleciterò personalmente i vertici delle banche: chiederò loro un preciso resoconto delle pratiche trattate e dei finanziamenti erogati. C’è la garanzia dello Stato: questi ritardi non ce li possiamo permettere“.
Nonostante le difficoltà, il premier ha ribadito che esclude ci sarà il ricorso alla patrimoniale. “Il nostro debito rimane sostenibile”, ha detto ancora, “nel quadro di un risparmio privato molto cospicuo e di una resilienza particolarmente spiccata del nostro intero sistema economico. La maggior parte del debito aggiuntivo che dovremo collocare per fronteggiare la crisi, peraltro, sarà coperta dal programma di acquisti della Bce. Ci stiamo adoperando affinché i pagamenti per gli interessi – al netto della quota che ci viene retrocessa dalla Banca d’Italia a seguito dei suoi acquisti – risultino alla fine in linea con quelli attuali. Il declassamento di Fitch è ingiustificato ma non mi ha rubato il sonno”.
In questo panorama, pensare a un cambio di governo sarebbe secondo il premier fortemente dannoso per la credibilità del Paese. L’ombra di un governo di larghe intese a guida Draghi è “un costante chiacchiericcio, sullo sfondo, che fa parte del gioco politico italiano. Non mi distrae”, ha detto. “L’unica cosa che mi preoccupa è riuscire a dare risposte a chi è stato colpito da questa crisi. Certamente, in un momento di emergenza e di difficoltà economica l’instabilità sarebbe un danno serio per il Paese e non possiamo affatto permettercela. Danneggerebbe anche la reputazione dell’Italia nel mondo, che è lievitata anche per il modo dignitoso e coraggioso con cui l’intera comunità nazionale ha reagito alla pandemia. Ora dobbiamo programmare il nostro rilancio e remare tutti nella medesima direzione. Io ce la metterò tutta”.
Per quanto riguarda il rapporto con i renziani e le minacce continue di crisi ha chiesto maggiore consapevolezza del fatto che si governo in coalizione e non da soli: “Stiamo lavorando bene con Italia Viva. La maggioranza è solida. Io ho sempre dato priorità alla forza e alla ragionevolezza delle proposte, al di là di chi le sostiene, al di là se è rappresentativo del 2 o del 25 per cento del Paese. Quando ci confrontiamo coi capidelegazione dei vari partiti ognuno ha lo stesso peso. Ma ci vuole consapevolezza che non si governa da soli, ma in coalizione. Ad oggi ogni forza politica ha dato il proprio prezioso contributo e il risultato finale lo considero molto buono. Ora ci aspettano mesi difficili: la stabilità e la coesione del governo sono valori che rafforzano l’immagine del Paese anche nei negoziati con l’Ue”. Quanto, infine, all’ipotesi che Italia viva sia sostituita da Forza Italia, ha chiuso: “E’ apprezzabile che vi siano forze di opposizione che, come Forza Italia, assolvono al loro compito in odo critico ma costruttivo. Ma rimane ben chiara la distinzione dei ruoli”. Proprio ieri, lo stesso Silvio Berlusconi aveva escluso un qualsiasi appoggio a un governo Conte a fianco delle sinistre e senza Fdi e Lega.