Chiuso il quaderno di matematica e italiano, alla sera, la maestra recita il Rosario con gli alunni della scuola. In tempi di didattica a distanza, c’è anche chi come Marilena Pelonero, insegnante di sostegno alla scuola media statale “Martin Luther King” di Caltanissetta, ha pensato di usare le piattaforme (non quella della scuola) per pregare con mamme, papà e bambini. Un’iniziativa singolare raccontata in primis da Avvenire che ha raccolto la voce della docente: “Vogliamo affidare le nostre esistenze, lo studio, il lavoro a Colei che non ci lascia mai soli e ci dà la forza per reggere l’urto di questi momenti difficili. Continuiamo così quella che nel tempo era diventata una consuetudine che si rinnovava ogni mattina in classe, quando recitavamo una preghiera all’inizio delle lezioni”.
Dichiarazioni che hanno stupito la dirigente della scuola, Rosa Cartella, che interpellata per ben due volte dal IlFattoQuotidiano.it ha preso le distanze dall’iniziativa: “Io non ho promosso quest’attività. L’insegnante non mi ha chiesto nulla, non mi ha comunicato niente. Non ha usato la piattaforma della scuola. Devo approfondire la questione, lunedì ne parlerò con la docente. La recita del Rosario viene fatta in un orario che non coinvolge la didattica a distanza. Può essere che sia un modo come un altro per stare insieme. Io non sapevo nulla di questa iniziativa, sono venuta a conoscenza leggendo l’articolo pubblicato su Avvenire. Mi riservo di interpellare la docente. Non si tratta di un’attività che è sul registro elettronico della scuola. Non voglio entrare in polemica con nessuno. La docente è libera di fare quel che vuole fuori dall’orario scolastico. Non ho ricevuto alcuna lamentela da parte dei genitori. Devo appurare, capire. Magari sono i genitori che coinvolgono la docente a recitare il Rosario, non lo so”.
E in merito alla preghiera in classe la preside precisa: “Non credo che nella mia scuola avvengano queste cose”. Intanto la maestra Pelonero sempre sulle pagine del quotidiano ha spiegato: “In questo clima umano anche la preghiera del Rosario è diventata un’occasione di crescita personale e comunitaria. E’ davvero edificante vedere figli e genitori pregare insieme e la partecipazione di alcuni nonni è spesso un richiamo all’essenziale in un momento come questo in cui è grande la tentazione di abbandonarsi al lamento o allo sconforto. Abbiamo affidato questo anno scolastico così travagliato all’intercessione di San Giuseppe da Copertino, venerato come protettore degli studenti e che nella sua vita tormentata ha testimoniato che nell’affidamento a Dio e senza risparmiarsi la fatica personale, anche il desiderio più esigente può realizzarsi”. All’inizio della prossima settimana la dirigente si è impegnata a convocare l’insegnante e a capire i termini della questione.