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Cartabianca, Alba Parietti rivela: “Ho avuto il coronavirus. Ora con il mio plasma posso salvare qualcuno”

La conduttrice ha rivelato alla trasmissione condotta da Bianca Berlinguer la sua esperienza a contatto con il Covid-19. Dopo aver capito di avere il virus ai primi di marzo, la Parietti si è isolata per due settimane da tutta la famiglia

Anche Alba Parietti ha dovuto lottare contro il coronavirus. Durante “Cartabianca”, condotto da Bianca Berlinguer su Rai Tre, la Parietti ha raccontato la sua esperienza: “È successo il 9 marzo, è cominciato con un mal di gola, un po’ di raffreddore, una sensazione di spossatezza e qualche linea di febbre. Quando è salita a 37,8 ho chiamato il medico e con la semplice Tachipirina la febbre è sparita. Gli ospedali erano al collasso e al telefono nessuno ti dava retta. Così mi sono sigillata, isolandomi dal resto della mia famiglia… Ho fatto i test per donare il plasma, con il mio sangue forse potrò salvare malati di Covid-19”.

Poi la Parietti in un lungo post su Instagram rivela altri dettagli del suo calvario: “Ho raccontato la mia vicenda personale, ma condivisa con molti con storie simili alla mia. Mi sono infettata i primi di marzo, nonostante mi proteggessi in tutti i modi e rispettassi distanze, mettessi mascherine, ma in quei giorni ero ancora una delle pochissime a farlo e sono stata così contagiata. Secondo non ho avuto nessun trattamento di favore. Ho intuito di avere la possibilità di essere stata infettata, perché avevo poca febbre, perdita di olfatto, gusto, tosse ecc, non ho fatto assolutamente tamponi, né avuto visite o cure di nessun tipo. Ho preso una Tachipirina ho pianto, ho avuto paura. Mi sono messa per mia scelta in isolamento volontario in camera mia per 14 giorni. Senza uscire mai di casa”.

Giorni difficili di isolamento, ma in sicurezza, come specifica Alba: “Utilizzando mascherine e guanti ogni volta che incontravo chi viveva con me e mantenevo distanze. Areavamo la casa in continuazione. Ma non avevo nessuna certezza, di aver contratto il virus. La mia collaboratrice domestica infatti non si è infettata perché ho mantenuto, distanze, mascherine, guanti , isolamento. Ed è risultata negativa al test sierologico da me pagato. Infatti, ho scoperto di essere stata sicuramente infettata dopo un mese e mezzo da un test sierologico fatto a pagamento in una clinica a cui tutti potevano accedere pagando circa 50 euro. Bastava cercare e pagare”.

Ma anche fare un test sierologico non è stato affatto facile: “Mi hanno detto che il test non era preciso, ho aspettato che il San Matteo iniziasse a fare i prelievi e ho chiesto di sottopormi, in quanto sapevo già di essere immune e guarita per ulteriore certezza, mi è stato fatto il test necessario per poter donare il plasma per poter salvare vite umane. Ho gli anticorpi igg neutralizzanti altissimi (150) quindi dopo posso farlo, naturalmente dopo essere stata sottoposta a tampone (risultato negativo). Mi sembra una cosa bellissima. Potrò forse con il mio sangue salvare dei malati di Covid-19, come sta accadendo a Pavia al San Matteo dove ho fatto analisi e dove donerò il sangue e a Mantova che segue lo stesso protocollo. L’unico vero grande privilegio che ho avuto è la possibilità di salvare (forse) con il mio sangue qualcuno”.