Ripartire in anticipo. Anticipare le tappe, forti di dati sui contagi che con qualche eccezione mostrano quello che il virologo Fabrizio Pregliasco definisce un “costante miglioramento“. Due giorni dopo l’avvio della fase 2, segnato dal braccio di ferro tra il governo e alcune Regioni intenzionate a concludere il lockdown prima del resto d’Italia, il tema di un ulteriore allentamento del lockdown differenziato a livello locale resta al centro della discussione. “Siamo in condizione di studiare un’eventuale anticipazione delle aperture per ulteriori attività con differenziazioni geografiche“, ha concesso il premier Giuseppe Conte intervistato dal Fatto Quotidiano ha annunciato. E, dopo aver incontrato i rappresentati delle imprese, ha ribadito che “se c’è la possibilità di anticipare qualche data, possiamo anche valutare delle aperture ulteriori”. Così, dopo gli scatti in avanti di Calabria e Sardegna, il governatore ligure Giovanni Toti avverte che “non si può più aspettare oltre” e annuncia: “Chiederemo al governo piani articolati Regione per Regione, in modo da poter ragionare di anticipare un po’ di riaperture alla prossima settimana. Continuando a monitorare i dati epidemiologici”. Anche Toscana, Molise e Trentino Alto Adige immaginano di allargare le maglie già l’11 maggio. Mentre in Emilia-Romagna il sindaco di Ferrara Alan Fabbri prova ad andare avanti da solo viene bloccato dal prefetto.
Lo spartiacque del 18 maggio – Va detto che difficilmente fino al 18 maggio cambierà qualcosa, perché occorre valutare gli effetti del primo allentamento sulla curva dei contagi. Da quella data però si potrebbe ragionare su bar e ristoranti, chiusi fino a giugno stando all’ultimo Dpcm. Il ministro agli Affari regionali Francesco Boccia a L’aria che tira è stato chiaro: “Dobbiamo concludere il monitoraggio del ministro Speranza, dall’11 al 14 maggio ci saranno le nuove linee guida per bar, ristoranti, centri estetici, parrucchieri, negozi al dettaglio. Poi, dal 18 maggio, probabilmente ci saranno regioni che potranno fare riaperture in sicurezza”. Ma “prima del 18 lo escludo” e “le Regioni che decideranno di farlo senza il rispetto delle linee guida Inail se ne assumeranno la responsabilità“. Le parole di Conte però hanno fatto sperare nella possibilità di deroghe almeno per i territori dove i contagi sono fermi o quasi.
La Toscana punta sull’11 per i negozi, dal 18 anche i bar – “Non appare congruo”, dice per esempio il presidente del Consiglio regionale della Toscana Eugenio Giani, “che valgano le stesse regole sia per la Toscana, che oggi registra solo 26 nuovi contagi, che per la Lombardia e il Piemonte dove i casi di nuovi contagi sono ancora centinaia”. Per Giani, adottando tutte le misure di sicurezza la Toscana dovrebbe poter riavviare il commercio al dettaglio già l’11 maggio e anticipare al 18 – invece dell’1 giugno previsto dall’ultimo Dpcm – la riapertura di bar e ristoranti, parrucchieri e saloni per la cura della persona.
Bolzano corre: l’8 maggio vuol riaprire attività commerciali – Passando all’Alto Adige, domani al consiglio provinciale di Bolzano approderà una legge che – a fronte di un solo nuovo contagio e nessun decesso registrato nelle ultime 24 ore – potrebbe anticipare addirittura all‘8 maggio la riapertura delle attività commerciali e produttive nei settori industria e artigianato. Dall’11 maggio toccherà a parrucchieri, barbieri ed estetisti e anche ai servizi di ristorazione ed ai bar. Dalla stessa data potranno riaprire anche le attività culturali, compresi musei e biblioteche. Il 25 maggio è invece la data fissata per la riapertura delle strutture ricettive turistiche. “Abbiamo previsto standard di sicurezza più rigorosi delle norme minime concordate finora con l’Inail oltre che delle bozze per i settori finora non regolamentati”, assicura il presidente della provincia autonoma Arno Kompatscher.
In Molise il presidente Donato Toma non ha ancora preso decisioni ma anticipa che se il trend positivo continuerà nei prossimi giorni non è escluso un ulteriore allargamento delle maglie, “sentito ovviamente il parere della autorità sanitarie e del Comitato scientifico”.
Bonaccini cauto, fermata la fuga in avanti di Fabbri – In Emilia-Romagna il governatore Stefano Bonaccini si limita invece a “suggerire al Governo di pensare seriamente ad anticipare un po’, se possibile, quelle scadenze che aveva indicato”. Ma prende le distanze dall’ordinanza firmata dal sindaco di Ferrara Alan Fabbri che prevedeva la riapertura da lunedì 11 delle attività di vendita al dettaglio ed è stata bloccata dal Prefetto: “Ho letto anche io il provvedimento di Alan, cozza contro il Dpcm del Governo. Noi non siamo il Tar, ci sono organi preposti che hanno la responsabilità di dire e di indicare cosa si può e cosa non si può fare”, ha commentato. Il leghista Fabbri gli aveva chiesto “una mano” per “fare della nostra città un progetto pilota per le riaperture anticipate di tutti gli esercizi commerciali di vendita al dettaglio, seguendo ovviamente tutte le misure igieniche e sanitarie per prevenire la diffusione del contagio”.