Sarà una specie di test dei test con l’obiettivo di identificare quelli validi per scoprire la positività al coronavirus. Nel cuore del focolaio dell’epidemia l’Istituto Mario Negri farà lo screening di una popolazione di dipendenti della Brembo. In sette stabilimenti diversi, 300 lavoratori effettueranno test incrociati: quelli rapidi, quelli del sangue ovvero i sierologici e tamponi. Incrociando i dati si avrà un approfondimento della biologia del virus e allo stesso tempo si cercheranno strumenti nuovi per identificare Sars Cov 2. E ai dipendenti per avere una ‘storia’ attendibile del loro eventuale contatto con il virus. Il progetto è coordinato da Ariela Benigni, Luca Perico e Giuseppe Remuzzi. Successivamente si passerà a una popolazione pi ampia
“La ricerca è da sempre parte del Dna di Brembo ed è l’unica strada percorribile per trovare una soluzione efficace in questo momento critico”, spiega l’azienda. Altri gruppi in Italia stanno monitorando con cura lo status dei propri dipendenti, ma nessuno lo sta ancora facendo in larga scala con l’incrocio di tutte le analisi al momento disponibili. La Ferrari sta per esempio puntando sul sierologico per tutti gli addetti e nel caso di positività anche sui loro famigliari, ma nell’area che accusa la maggiore incidenza di morti al Covid-19 i risultati sono attesi con particolare interesse.
Si dovrebbe a metà della prossima settimana i primi addetti della Brembo che raggiungeranno la sede del Kilometro rosso alle porte della città e concludere in circa un mese. Al momento il produttore di sistemi frenanti anche per la Formula 1 ha circa la metà dei 3mila addetti al lavoro ‘normale’ e per le analisi i dipendenti verranno anche da stabilimenti (come quelli di Curno e Mapello) non lontani dalla mai istituita ‘zona rossa’ dell’inizio della Val Brembana. Il programma è stato comunicato dall’azienda ai sindacati. “In un panorama, quello metalmeccanico bergamasco, spesso desolante dal punto di vista dell’attenzione a prevenzione e sicurezza, prova ne è la firma di soli 110 protocolli su 5000 aziende pronte alla ripartenza, Brembo rappresenta una delle rare eccezioni di attenzione e sensibilità”, commenta Luca Nieri, segretario generale di Fim Cisl Bergamo, secondo il quale “il protocollo sicurezza definito all’interno del gruppo Brembo era già completo e dettagliato. Il sindacato aveva anche avanzato la richiesta di predisporre test e controlli che oggi l’azienda ha deciso di attuare, avvalendosi dei contributi che scienza e tecnologia ci danno”. Fra due mesi si dovrebbero avere i primi risultati dello screening
Foto di archivio