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Franco Berrino: “La morte può essere bellissima. Ho cantato mantra tibetani alla mia sposa e lei spirata serenamente tra le mie braccia”

L'epidemiologo per anni direttore della clinica di medicina predittiva dell’Istituto dei tumori di Milano racconta in un'intervista al Corriere della Sera il drammatico momento in cui la moglie Jo è morta tra le sue braccia

di F. Q.

Ho salutato la mia sposa tenendola tra le braccia cantandole dei mantra tibetani”. Così Franco Berrino, epidemiologo per anni direttore della clinica di medicina predittiva dell’Istituto dei tumori di Milano, racconta in un’intervista al Corriere della Sera il drammatico momento in cui la moglie Jo è morta tra le sue braccia. “In quell’ultimo giorno mi ha chiesto di tenerla in braccio e cantarle mantra tibetani: non lo aveva mai fatto prima, ho capito dopo che era il suo modo per salutarmi”, ha ricordato.

“Perché della morte non aveva paura – ha spiegato Berrino -. Ma per non avere paura della morte bisogna saper vivere bene la vita. La morte non fa paura a chi ha avuto una vita cosciente, a chi è stato consapevole, a chi si è accorto di vivere. Si dice che la vita è quella cosa che trascorre mentre tu sei impegnato a fare altro”.

Lui stesso ha rivelato di aver sognato la sua morte e averla raccontata nel suo nuovo libro (Il cibo della saggezza – Cosa ci nutre veramente): “Ho sognato di essere vestito con una tunica bianca, che nella vita reale non indosso mai, in un dojo, al termine di una seduta di meditazione di gruppo. Alla fine tutti se ne vanno, tranne una bellissima ragazza: lei torna verso di me, mi tocca una spalla e io semplicemente scompaio. L’abito si svuota del mio corpo e scivola a terra”. Non saprebbe dire chi fosse quella ragazza: “No, non l’ho riconosciuta”.

E sul dramma delle tante morti causate dal coronavirus, Berrino dice: “Stiamo vivendo giorni difficili. Ma credo che la cosa più terribile non sia tanto il numero dei morti, quanto il fatto di morire da soli, intubati, senza potere tenere per mano la sposa, lo sposo, un figlio. La morte del resto ci era già stata rubata dalla medicina, dall’assistenza medica, dai rianimatori. E soprattutto ci era stata rubata da una cultura che la vede soltanto come qualcosa di terribile e di negativo. La morte può essere bellissima – conclude Berrino -. Oggi nell’ambiente medico si pensa che si muoia solo per malattia. Ma non è necessaria una malattia per morire: possiamo benissimo arrivare a morire da vecchi e senza malattie. Le malattie ci sono e hanno tante cause, ma noi possiamo fare molto per evitarle, con il cibo o l’esercizio fisico”,

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