È quanto successo in India davanti ai negozi che vendono alcolici che lunedì 4 maggio hanno potuto riaprire dopo oltre 40 giorni di chiusura imposta a causa dell'emergenza coronavirus
Code interminabili e in alcune città addirittura scontri con gli agenti di polizia costretti a intervenire. È quanto successo in India davanti ai negozi che vendono alcolici che lunedì 4 maggio hanno potuto riaprire dopo oltre 40 giorni di chiusura imposta a causa dell’emergenza coronavirus. Questi negozi hanno avuto il permesso di riattivarsi a seguito delle pressioni sul governo da parte di numerosi Stati, che guadagnano forti somme dalle tasse sugli alcolici e così molti negozianti che hanno la licenza per gli alcolici hanno trovato centinaia di persone che attendevano davanti alle loro saracinesche già all’apertura.
Ad esempio, come riferisce l’Independent, in un distretto rurale della città di Puri, nell’est dell’India, sono state contate oltre 500 persone in coda fuori da un negozio di alcolici. E quando questo ha chiuso perché era terminato l’orario di apertura, tutta quella folla ha cominciato a protestare e a pretendere di entrare a fare acquisti, tanto che è dovuta intervenire la polizia per riportare la calma.
Scene analoghe, scrive il giornale britannico, si sono verificate anche nella capitale Delhi, dove, nei pressi di un negozio di alcolici situato nel centro antico della metropoli, si è formata una calca di più di 200 persone intenzionate ad acquistare le bevande in questione. Gli episodi sono stati tanti e tali che sul web in molti hanno lanciato petizioni per chiedere che il governo indiano imponga nuovamente la chiusura di quegli esercizi commerciali per ragioni di ordine pubblico. Sui social locali, l’hashtag #LiquorShops è infatti divenuto in poco tempo uno dei più ritwittati del Paese. Gli indiani sono forti bevitori e il consumo di alcol, nonostante gli alti prezzi costituisce un serio problema sociale: alcuni Stati, come il Gujarat, lo hanno vietato definitivamente.