Giovanni Vindigni aveva concordato con i sindacati una bozza di intesa che prevedeva un premio di 10 euro per ogni domanda evasa. Il governatore Musumeci annuncia un'indagine interna anche su "quantità e qualità del lavoro prodotto in questi dieci giorni dai dipendenti collocati in lavoro agile"
Le dimissioni del dirigente e un‘indagine interna sui ritardi nell’esame delle pratiche di Cassa integrazione in deroga e sulla “quantità e qualità del lavoro prodotto dai dipendenti collocati in lavoro agile”. E’ il nuovo capitolo del “caso” legato al bonus promesso dall’assessorato al Lavoro della Regione Sicilia ai propri dipendenti perché accelerassero lo smaltimento delle domande dell’ammortizzatore, che vanno a rilento in tutta Italia ma vedono l’Isola particolarmente indietro con solo 1.525 beneficiari pagati.
Il giorno dopo la notizia dell’ipotesi di accordo con i sindacati su un premio di 10 euro a pratica, il direttore generale del Dipartimento lavoro Giovanni Vindigni si è dimesso. Sul “pizzino” svelato dall’Ansa, con la bozza di intesa che porterebbe soldi in più nelle tasche dei dipendenti regionali addetti all’analisi delle domande, c’era la sua firma. La decisione di lasciare è arrivata dopo un colloquio riservato con il presidente della Regione Nello Musumeci. La Giunta ha affidato l’incarico ad interim al ragioniere generale Giovanni Bologna.
“Vindigni è persona perbene trovatasi, suo malgrado, al centro di una vicenda sulla quale occorrerà fare chiarezza”, ha sostenuto Musumeci. “Per questa ragione con l’assessore Scavone abbiamo avviato un’indagine interna e stiamo verificando, al tempo stesso, la quantità e la qualità del lavoro prodotto in questi dieci giorni dai dipendenti collocati in ‘lavoro agile’“.