Le misure anti-pandemia hanno paralizzato anche il mercato di seconda mano: compravendite quasi azzerate e pratiche lavorate inferiori dell'81% rispetto ad aprile 2019. Resiste la preferenza per le motorizzazioni diesel, rispetto a quelle a benzina
Il lockdown da Coronavirus, oltre ad azzerare il mercato del nuovo, ha provocato il crollo anche di quello dell’usato. Secondo i dati diffusi dall’ACI, le pratiche lavorate ogni giorno ad aprile negli uffici del Pubblico Registro Automobilistico sono 12.835, contro le 66.890 dello stesso mese del 2019. Pratiche che oltretutto registrano la crescita delle cancellazioni di provvedimento giudiziario, che non sono influenzate dalle compravendite.
Un mercato messo dunque a dura prova dalle misure anti-pandemia dunque, che il mese scorso ha registrato un calo di quasi l’81%. In particolare i passaggi di proprietà, minivolture (ovvero le immatricolazioni temporanee dei concessionari in attesa di rivendita ai clienti) escluse, ad aprile sono calati complessivamente del 92,1%. Con punte negative del 94,8% per le moto e del 92,8% per le auto.
Fermando l’analisi alle quattro ruote, ad aprile ogni 100 auto nuove ne sono state vendute 126 usate. Dato che sale a 179 se si prende in considerazione l’intero primo quadrimestre (e dunque anche i mesi di gennaio e febbraio, esenti da misure restrittive) 2020.
Quanto alle alimentazioni, infine, va registrato l’ennesimo sorpasso del diesel (consueto, nelle auto di seconda mano) sulla benzina: le motorizzazioni a gasolio hanno pesato quasi per il 50% sul totale, contro il 43% di quelle a benzina.