Cultura

Banksy, un nuovo quadro: l’infermiera è una supereroina e il bimbo gioca con lei. Chi è Florence Nightingale e perché sorriderebbe vedendo l’opera

L'opera di uno dei più grandi artisti contemporanei, il racconto che c'è dentro e quello di una donna che alla fine del diciannovesimo secolo nobilitò la professione di infermiera

I supereroi li ha messi in una cesta. Perché ne ha uno nuovo, anzi, una nuova che gli piace molto più degli altri. “Ciao Batman, ciao Spiderman: io gioco che la super infermiera“. In questi giorni di infinita lotta contro la pandemia di coronavirus abbiamo sentito tante volte paragonare medici e infermiere a supereroi. Tanto che in certi casi ci sarà sembrato persino un po’ retorico perché, certo, sono persone come noi, solo migliori di molti noi che abbiamo piagnucolato per l’isolamento forzato mentre loro rischiavano la vita salvando quella degli altri.

A ridare luce e forza all’idea del personale medico come dotato di superpoteri (“e di grande responsabilità”, direbbe l’Uomo Ragno dalla cesta dov’è confinato) ci pensa Banksy. La sua nuova opera, “Game changer“, è al General Hospital di Southampton. Un bimbo gioca con un’infermiera: il grembiule della Croce Rossa, le braccia in posizione di volo, la mascherina sul volto e un mantello. È una supereroina. Non c’è bisogno della narrativa cinematografica che tante volte ha messo in scena medici o infermieri elevandoli a eroi: l’infermiera di Banksy è eroina non per finzione ma per realtà. Chiunque la guarda conosce la storia. Sa quanto dobbiamo al personale medico che non si è risparmiato mai, in questi lunghi mesi.

Ma non è stato sempre così. Durante la pandemia di Spagnola, i medici e le infermiere non erano affatto trattati da eroi né si parlava di “guerra” a proposito del virus, probabilmente perché la guerra, quella vera, era appena finita. Hemingway guidava un’ambulanza al fronte: vedere da vicino il terrore e la morte generati dalla Spagnola non lasciò alcuna traccia nella sua pellicola di ricordi, tanto che nei suoi libri non c’è parola dedicata alla pandemia. Dimenticati, quei medici e quegli infermieri. Così come tutti, o quasi, quelli che durante le due guerre hanno prestato cure e dato la vita. Non sia così anche in questo caso. Serva l’opera di Banksy, tra le altre immagini di questi mesi, a ricordare.

Il quadro resterà esposto in ospedale fino all’autunno e poi sarà venduto per dare il ricavato in beneficienza. Banksy lo ha portato in ospedale il 6 maggio che è il National Nurse Day negli Stati Uniti. Fu Florence Nightingale, alla fine del diciannovesimo secolo, a contribuire a fondare ‘l’infermieristica moderna’. Impose con rigore rigide pratiche igieniche, come quella del lavaggio mani, durante la cura dei soldati feriti nella guerra di Crimea. Organizzò ospedali da campo, applicò il metodo scientifico attraverso l’uso della statistica per tenere sotto controllo numero di malati e guariti. La professione di infermiera fu cambiata da Florence anche a livello di percezione sociale: lei la nobilitò togliendole il bollino di occupazione buona solo per ragazze di infima condizione e anzi, di attività considerata degradante. Se sapesse, Florence, da tutti chiamata “la ragazza con la lanterna“, che oggi le infermiere sono protagoniste dell’opera di uno dei più grandi artisti contemporanei, sorriderebbe.