Il turismo avrà una crisi strutturale che sarà più lunga degli altri settori colpiti dagli effetti del Coronavirus. Lo ha detto il ministro Dario Franceschini nell’informativa alla Camera del 7 maggio. Ma è pur vero che segnali positivi ci sono. Poche ore prima delle dichiarazioni dell’esponente del governo, infatti, è stato pubblicato l’ultimo bollettino dell’Enit, l’Agenzia nazionale del turismo, dal quale emerge il desiderio di vacanze e la ricerca della parola turismo. E per il periodo estivo, da giugno ad agosto, il numero delle prenotazioni aeroportuali (in una situazione di enorme difficoltà) riporta comunque in equilibrio il trend tra i diversi Paesi europei: in Italia si contano 407mila prenotazioni (-68,5%), più di Spagna a quota 403mila (-63,7%) e Francia (358mila, in calo del 66,3%). “Le vacanze si faranno, rispettando le prescrizioni del Comitato tecnico scientifico a cui ho chiesto indicazioni. Spero mi arrivino presto. L’ho chiesto per gli stabilimenti balneari, ma anche per gli hotel e gli altri”, ha spiegato Franceschini.

IL MINISTRO: “MISURE BEN OLTRE QUELLE DELLO STATO DI EMERGENZA” – Il ministro ha detto che tutti gli strumenti che si stanno adottando vanno ben oltre quelli usati durante lo stato di emergenza. “Per questo non abbiamo dichiarato lo stato di crisi”, ha dichiarato. Franceschini ha ricordato la serie di ammortizzatori sociali applicati al settore, che non li ha mai avuti assieme alla cultura (dalla cassa integrazione ai 600 euro) e ha poi ribadito alcune delle misure in lavorazione per il decreto da 55 miliardi che, ha assicurato, “sarà approvato in tempi molto brevi”. Tra le proposte, “l’intervento per le imprese commisurato al calo di fatturato che sarà diverso a seconda del fatturato dell’azienda”. Uno dei limiti su cui si ragiona è quello dei 5 milioni di euro sotto i quali l’intervento dovrebbe essere a fondo perduto, ma secondo il ministro “riguarderà la quasi totalità delle piccole e medie imprese turistiche”.

C’è poi il tax credit vacanza, un aiuto per le imprese e, come auspica Franceschini “per permettere di fare le vacanze a diversi milioni di famiglie a reddito medio-basso”. “Sarà solo per le strutture ricettive – ha precisato – perché lì il cliente viene identificato, i suoi dati vengono comunicati alla questura e paga la tassa di soggiorno e, quindi, non è possibile aggirare in nessun modo la norma”. Il ministro ha poi ricordato l’intervento sugli affitti per tutte le imprese che non hanno avuto clienti. Infine i ristoranti e i bar che dovranno aprire con il distanziamento. “Devono avere la possibilità di mettere tavoli all’esterno senza le normali procedure burocratiche – ha spiegato Franceschini – quindi stiamo ragionando su una norma che non faccia pagare l’occupazione di suolo pubblico per 6 mesi, ristorando la somma ai comuni ed evitando il nulla osta delle sovrintendenze”.

LA TUTELA DEL PATRIMONIO – Con Cassa Depositi e Prestiti si lavora su due fondi strategici, uno per la cultura e uno per il turismo, partendo da risorse pubbliche “ma per raccogliere investimenti privati che consentano di intervenire anche a difesa delle nostre aziende”. Uno dei rischi, infatti, è che gli alberghi o le imprese, ora in grande difficoltà “ma che torneranno a essere produttivi appena la crisi passerà, vengano comprati in modo trasparente o non trasparente e magari non da italiani. Quindi bisogna difendere questo comparto”. Come è necessario avere regole europee comuni a tutti. “La tentazione in questo momento – ha detto – è avere accordi bilaterali che non vanno bene. Dobbiamo sapere che se un cittadino della Baviera viene a Jesolo al mare abbia seguito le nostre stesse regole sanitarie”.

PROVE DI RIPRESA – Nel frattempo, il bollettino Enit, pur continuando a registrare gli effetti dell’emergenza tuttora in corso, restituisce una fotografia che lascia spiragli sul futuro. Sui social nell’ultima settimana è cresciuto il sentiment positivo (da 4,0% a 4,3%) che si accompagna a manifestazioni di solidarietà nei confronti dell’Italia. Dal 18 marzo al 30 aprile, si contano un totale oltre 617mila mention dell’Italia (più di 32mila comparse sul web e quasi 585mila dai social) che hanno prodotto 186 milioni di interazioni. “Una campagna promozionale spontanea da 331 milioni di euro”, secondo Enit.

Nel corso delle ultime due settimane è cresciuta progressivamente l’incidenza percentuale delle citazioni che contengono riferimenti al tema del turismo. Le reazioni dell’ultima settimana mostra 20.800 reazioni di gradimento, 3.700 di empatica tristezza, 1.400 di affetto e 1.300 di stupore. Il numero delle prenotazioni aeroportuali riporta l’Italia in testa tra i diversi Paesi europei, mentre le strutture ricettive registrano una minore disponibilità di posti letto per il mese di giugno, “un segnale che lascia ben sperare”. E anche il prezzo medio delle camere in vendita sulle OTA (Online Travel Agencies) che ha subito un calo generalizzato a febbraio e marzo, si sta risollevando in tutta Italia già in previsione del mese di giugno.

“Certo – spiega Enit – la settima settimana appena osservata ha rilevato un andamento ancora molto debole degli arrivi aeroportuali nel 2020, con perdite dal primo gennaio al 26 aprile del 63,4% rispetto allo stesso periodo del 2019 (che peggiora a -94,7% da marzo e aprile), proseguendo il trend di maggiore profondità di calo dovuto alla domanda internazionale fermata dalle restrizioni antivirus”. Scendono del 77,4% (valore massimo) gli arrivi dal mercato cinese e dagli Usa (-71,7%), contro il calo inferiore (del 54,5%) registrato dalla Russia.

“L’analisi degli scenari economici a breve termine – spiega l’Agenzia nazionale del turismo – indica un recupero completo nel triennio”. Il turismo complessivamente avrà recuperato i volumi del 2019 e li supererà con un totale di visitatori in crescita del 4% rispetto al 2019, trend dettato dal turismo domestico. Ma la situazione mondiale degli arrivi aeroportuali internazionali tra gennaio e marzo 2020, evidenzia un calo generalizzato del 38,2% rispetto al primo trimestre del 2019, che vede in testa la diminuzione in Asia e Pacifico con un -48,7%, seguita dall’Europa a -36,4%, da Africa e Medio Oriente (-29%) e dalle Americhe (-26,7%).

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