Mentre in Italia continua il dibattito tra scienziati in attesa dello studio degli ospedali di Mantova e Pavia dall'Australia arriva la notizia che una compagnia di biotecnologia sta sviluppando un nuovo potenziale trattamento
Mentre in Italia continua il dibattito tra scienziati in attesa dello studio sulla plasmaterapia degli ospedali di Mantova e Pavia e mentre la sperimentazione viene avviata in altre strutture dall’Australia arriva la notizia che una compagnia di biotecnologia sta sviluppando un nuovo potenziale trattamento del coronavirus, usando plasma donato da persone guarite.
L’annuncio è arrivato dal ministro federale della Salute Greg Hunt, precisando che lo studio della CSL Behring, in collaborazione con la Croce Rossa australiana, conta di purificare gli anticorpi e di concentrarli per ottenere un prodotto di globulina iperimmune, da somministrare a pazienti con infezione attiva che non sono stati ancora ventilati. Un tipo di terapia già in uso per trattare malattie come Ebola, influenza suina e virus della febbre di Lassa.
Come parte della sperimentazione clinica, che inizierà fra poche settimane in diversi ospedali australiani, plasma contenente anticorpi di persone guarite dal Covid-19 sarà trasfuso in pazienti con virus. La CSL lavora inoltre a un prodotto sperimentale chiamato Covid-19 Immunoglobulina, una forma concentrata degli anticorpi, che la ditta spera sia pronto per il mercato entro fine anno.
La Croce Rossa dispone già di 100 donatori di plasma guariti dal Covid-19 che vogliono prendere parte alla sperimentazione e chiede a centinaia di altri di farsi avanti e donare plasma per lo sforzo di ricerca. “Questo trattamento si basa su un prodotto concentrato di anticorpi al Covid-19”, spiega la direttrice medica di CSL, Charmaine Gittleson. “Gli anticorpi neutralizzano il virus e possono essere somministrati a persone infettate che presentano sintomi respiratori, fiato corto e fame d’aria. Se si potrà rafforzare il loro sistema immunitario, si spera che gli anticorpi specifici al Covid-19 si leghino al virus, lo neutralizzino e quindi assistano il paziente a riprendersi e prevengano così la necessità di ventilazione”.