La lettera dei commissari Dombrovskis e Gentiloni alla vigilia dell'Eurogruppo che deve finalizzare il lavoro sulla linea di credito pandemica. Nessuna missione "ad hoc in loco", nessun monitoraggio e richieste di "correzioni aggiuntive dei conti", nemmeno ex post. Valutazione sul debito: tutti i 19 Paesi della zona euro sono idonei, anche quello italiano è "sostenibile" e "resta su una traiettoria di discesa nel medio termine". Oggi telefonata Conte-Von der Leyen sul Recovery Fund
Il monitoraggio sarà concentrato solo sulle spese sanitarie legate al coronavirus. Nessuna missione “ad hoc in loco”, nessun monitoraggio e richieste di “correzioni aggiuntive dei conti”, nemmeno ex post. Alla vigilia della nuova videoconferenza dell’Eurogruppo, la Commissione europea chiarisce quali saranno le condizionalità della nuova linea di credito pandemica legata al Mes che saranno sottoposte all’approvazione. Nella lettera che i commissari Valdis Dombrovskis e Paolo Gentiloni hanno inviato al presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno viene chiarito il tipo di monitoraggio che Bruxelles chiede di approvare ai ministri delle Finanze dell’area euro: nessuna Troika, nessun rischio di commissariamento, solo un monitoraggio delle spese per effettive necessità sanitarie. Bruxelles ha anche stabilito che tutti i 19 Paesi della zona euro sono idonei ad accedere al Mes, perché “i debiti pubblici sono sostenibili”. Compreso il debito italiano che, dopo il picco del 2020, al 159% del Pil, imboccherà una traiettoria “discendente“, che lo porterà in zona 140% nel 2030.
L’Eurogruppo si riunirà domani (venerdì) alle 15, ancora una volta in videoconferenza, nel formato ristretto, cioè limitato ai ministri dei Paesi dell’area euro, proprio per finalizzare il lavoro sulla linea di credito del Meccanismo europeo di stabilità destinate ad aiutare i Paesi dell’Eurozona ad affrontare la pandemia. Intanto, rende noto Palazzo Chigi, il premier Giuseppe Conte e la presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen hanno avuto oggi una conversazione telefonica incentrata sulla preparazione del Recovery Fund e sul percorso negoziale relativo al prossimo Quadro Finanziario Pluriennale. La partita sul Recovery Fund è ancora lunga, ma intanto per l’Italia e per tutti i Paesi del Sud che hanno lottato per un Mes senza condizioni è arrivata la buona notizia della Commissione. La lettera di Dombrovskis e Gentiloni chiarisce che Bruxelles non effettuerà nessuna missione ulteriore, oltre a quelle standard del Semestre europeo, per verificare le spese collegate al fondo salva-Stati.
La Commissione concentrerà il suo monitoraggio sull’uso dei fondi della nuova linea di credito Mes soltanto sulla sua “unica condizionalità“, cioè le spese dirette e indirette legate al virus. “La Commissione ritiene che non ci sia bisogno di reporting aggiuntivo“, scrivono i commissari, e che “non condurrà missioni ad hoc in loco, oltre a quelle previste dal Semestre europeo”. Inoltre si chiarisce che “non si applicano i programmi di aggiustamento macroeconomico” visto il “limitato utilizzo della linea di credito” e che “il monitoraggio rafforzato terminerà quando la linea di credito cesserà di esistere o, prima, quando saranno utilizzati tutti i fondi“. Infine, sempre a causa della limitata ampiezza dello strumento, non si applicano le regole che danno mano libera alla Commissione di chiedere “correzioni aggiuntive dei conti” nell’ambito del monitoraggio.
L’impatto della pandemia “pone dei rischi per la stabilità finanziaria dell’Eurozona, ma allo stesso tempo la situazione economica è fondamentalmente solida“, scrive la Commissione nella valutazione di idoneità al Mes chiamata a fare in vista della nuova linea di credito. In tutti i 19 Paesi della zona euro “i debiti pubblici sono sostenibili, si manterrà l’accesso ai mercati a condizioni ragionevoli, nessuno è in procedura per debito o deficit e per la Bce non ci sono problemi di solvibilità del settore bancario”. L’analisi della sostenibilità del debito italiano “indica che, malgrado i rischi, il debito resta sostenibile nel medio termine, anche grazie a importanti fattori mitiganti” come il profilo del debito, con scadenze medie a 8 anni che smorzano i rischi dei temporanei aumenti dei tassi. Quindi “anche se il debito si deteriora per la crisi del COVID-19, il rapporto debito/Pil nello scenario di base resta su una traiettoria di discesa nel medio termine”, scrive la Commissione Ue.