Lo aveva chiesto il preside della sua scuola, e la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha acconsentito: il 18enne in carcere per aver ucciso il padre violento a Collegno (Torino), potrà diplomarsi a giugno. “Era a un passo dall’Esame di Stato. E lo farà”, ha assicurato la ministra su Facebook. L’esame non cancellerà la tragedia, ho sottolineato Azzolina, “ma quel titolo di studio sarà importante per lui, per ripartire, per guardare al futuro. E spero possa proseguire, iscrivendosi all’Università. Ritrovando, nel frattempo, la sua strada, la sua serenità. Lo studio ci fornisce i mattoni su cui si costruisce il futuro“.
La sera del 30 aprile il 18enne, incensurato, è intervenuto per difendere la madre aggredita dal padre ubriaco, un operaio di 52 anni. Con quattro diversi coltelli da cucina, il ragazzo ha colpito il padre 24 volte all’addome, alla schiena e al torace. Subito dopo ha chiamato il 112 e ha confessato: “Ho ucciso mio padre”. Il giovane è stato poi arrestato e condotto nel carcere delle Vallette, dove si trova tutt’ora. Familiari e vicini hanno confermato: non era la prima volta che l’uomo alzava le mani sulla moglie. L’uomo era spesso violento, beveva e aveva atteggiamenti possessivi nei confronti della donna, tanto che i figli non uscivano la sera per non lasciare la madre da sola in casa con lui.
Per il gip Stefano Vitelli del tribunale di Torino l’azione compiuta dal 18enne si tratta di una “sproporzionata violenza contro il padre, probabilmente più per rabbia/vendetta” che “per indispensabile legittima difesa”, ha specificato nell’ordinanza con cui ha disposto il carcere per il ragazzo. Secondo il magistrato infatti alcuni elementi, che dovranno essere approfonditi nell’indagine, non permettono di affermare con certezza che il giovane abbia agito in una “situazione di necessità difensiva proporzionata all’offesa“.
Il 18enne frequenta l’ultimo anno della scuola Itis Prever di Pinerolo: il dirigente scolastico Rinaldo Merlone, insieme al collegio docenti, aveva chiesto che il ragazzo potesse diplomarsi a giugno. “Abbiamo valutato il curriculum del ragazzo – aveva dichiarato Merlone – Ha sempre seguito le lezioni a distanza e ci sono gli elementi per ammetterlo all’esame di Stato. È un diritto garantito dalla Costituzione“. Richiesta a cui il Ministero ha acconsentito.