Solo nella prossima settimana sarà possibile avere i dati relativi all’andamento dei casi nei primi giorni dalla riapertura che dal 4 maggio hanno segnato l’inizio della Fase 2. Lo ha detto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro durante la consueta conferenza stampa. In base a quei dati – analizzati con cadenza settimanale della cabina di regia tra ministero e Regioni – si valuteranno le decisioni da adottare nel corso Fase 2. Intanto la curva dell’epidemia di nuovo coronavirus “va decrescendo, è un segnale che prosegue” e “stiamo andando verso un numero più basso in tutte le regioni, inclusa la Lombardia”.
Il tasso di contagiosità – l’ormai famoso R0 – si conferma ancora sotto il valore-boa di 1, precisamente tra 0,5 e 0,7. Questo indicatore sarà la bussola che orienterà le decisioni da prendere nella Fase 2: non solo le riaperture, ma anche la mobilità e gli spostamenti fra regioni. In questo momento, spiegano, il comitato tecnico scientifico è al lavoro per valutare forme di partecipazione con numeri limitati di persone per eventi al chiuso, fissando regole, dalle fasce orarie agli ingressi. Quindi le messe, ma non solo: si stanno esaminando le istanze da molte realtà, come cinema e teatri.
I dati sulla letalità: 39% di decessi in più, ma solo la metà Covid – Sono state 25.354 le morti in più registrate dall’Istat dal 20 febbraio al 31 marzo, cioé il 39% in più rispetto allo stesso periodo degli anni precedenti, “dei quali poco più della metà sono attribuibili a Covid diagnosticato”. Il presidente dell’Istat, Giancarlo Blangiardo, spiega che i dati riguardano 6.866 Comuni e “non si tratta di un campione, ma di una selezione ragionata per avere un quadro della situazione“. Di queste, il 54% (13.710) sono avvenute a causa del Covid e il 46% è avvenuto per cause direttamente o indirettamente legate all’infezione. L’incidenza si conferma soprattutto nelle fasce d’età più elevate: su 2400 deceduti, la maggioranza ha come prima causa infezione di Covid, invece il 12% ha cause che si sono sovrapposte. Lo ha affermato il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, alla conferenza stampa settimanale organizzata dall’Istituito sull’andamento epidemiologico dell’epidemia di Covid-19.
Incidenza tra gli stranieri – Sono stati 6.395 i casi di coronavirus diagnosticati negli stranieri, pari al 5% dei casi complessivi diagnosticati in Italia. Lo ha detto in conferenza stampa l’epidemiologo Giovanni Rezza. Sulle cause del differente impatto, concordano gli aspetti, bisogna aspettare l’esito di studi più approfonditi.
Caso Navigli: “Se ci rilassiamo facilitiamo il virus” – Alla domanda sulle immagini dei Navigli di Milano, che hanno scatenato le polemiche per gli assembramenti di persone, Brusaferro ammette di non averle viste, ma spiega che “siamo in una fase molto delicata: abbiamo giustamente riaperto alcune attività, però il virus non ha cambiato le sue caratteristiche: sono state le regole stringenti che ci hanno portato al punto in cui siamo oggi, se ci rilassiamo facilitiamo la circolazione del virus“. E spiega che 4 giorni sono pochi per valutare l’impatto delle riapertutre, rimandando alla conferenza stampa del prossimo venerdì. “Giusto godere delle belle giornate, ma se ci aggreghiamo per fare aperitivo insieme torniamo a quelle modalità che hanno caratterizzato la Fase 1. Dobbiamo imparare a vivere con il virus e riuscire a contenerlo”. Giovanni Rezza aggiunge che “bisogna aumentare i controlli proprio per favorire le riaperture. I comportamenti individuali non solo hanno effetti sulle dinamiche epidemiche, ma anche sulle misure da adottare in seguito”. Valgono perciò le stesse regole di sempre: rispettare la distanza fisica, evitare le aggregazioni, lavarsi frequentemente le mani, usare le mascherine in luoghi chiusi e all’aperto se si parla con qualcuno. E conclude: “Credo sia drammatico vedere persone senza lavoro mentre altre si comportano così. Quelle immagini fanno un po’ preoccupare“.
Calcio: “Difficile aprire gli stadi, ma decide il Comitato” – Un’altra domanda in coda alla conferenza riguarda la ripresa del campionato e il destino della Serie A. “Nello stato epidemiologico attuale è difficile immaginare di poter riempire gli stadi”, ha risposto il presidente Brusaferro. Ma a decidere in merito, ha aggiunto, è il Comitato tecnico Scientifico, che su questo tema sta lavorando.