Dopo la pronuncia dei giudici amministrativi che hanno accolto il ricorso dell'esecutivo contro la 'apri-tutto' della Regione Calabria, la governatrice non si arrende: "Valuteremo la possibilità di sollevare conflitto di attribuzione alla Consulta". Ma la sentenza le dà torto sotto il profilo sanitario e dei poteri esercitati. Boccia: "Non è la stagione delle divisioni, dei protagonismi e dell’individualismo"
Per Jole Santelli è una “vittoria di Pirro” del governo, anche se la sentenza del Tar di Catanzaro sconfessa in toto la sua ordinanza sotto il profilo sanitario e dal un punto di vista della “leale collaborazione” tra Regione ed esecutivo, principio cardine del titolo V della Costituzione. Tanto che da Roma il ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia, è lapidario: “Le sentenze si rispettano, basta protagonismi”.
Dopo la pronuncia dei giudici amministrativi che hanno accolto il ricorso dell’esecutivo contro la ‘apri-tutto’ della Regione Calabria che dal 29 aprile aveva dato il via libera al servizio al tavolo per bar, ristoranti e pizzerie, la governatrice si dice “rammaricata” per una sentenza che “provoca una battuta d’arresto ai danni di una regione che stava ripartendo dopo 2 mesi di lockdown” e “dopo i sacrifici dei cittadini”.
Per Santelli una scelta “così importante spettava alla Corte costituzionale, unico organo in grado di fare chiarezza sul rapporto governo-Regioni”. Quindi attacca il governo Conte: “Ha poco da esultare, si tratta di una vittoria di Pirro che calpesta i diritti dei cittadini, dopo che per 11 giorni l’ordinanza ha avuto validità”. A suo avviso, la decisione politica di impugnare il provvedimento è un modo, da parte del governo, di “imporre le proprie decisioni con pervicacia e violando l’autonomia della Regione Calabria”.
Secondo i giudici amministrativi di Catanzaro, invece, è proprio la governatrice ad essere andata oltre i suoi poteri, perché “il principio di sussidiarietà impone che, trattandosi di emergenza a carattere internazionale, l’individuazione delle misure precauzionali sia operata al livello amministrativo unitario”. Anche per questo motivo, “emerge chiaramente – si legge nella sentenza del Tar di Catanzaro – l’illegittimità dell’ordinanza del presidente della Regione Calabria”, quando invece “spetta al presidente del Consiglio dei ministri individuare le misure necessarie a contrastare la diffusione del virus Covid-19″.
Incassata la vittoria, il ministro Boccia ricorda che “le sentenze e le leggi non si discutono ma si applicano”. La sicurezza sui luoghi di lavoro per lavoratori e cittadini, commenta il titolare degli Affari Regionali, “è una nostra priorità assoluta nell’emergenza” e “il governo sta facendo ripartire il Paese in sicurezza”. “Non è la stagione delle divisioni, dei protagonismi e dell’individualismo”, aggiunge Boccia.
Ma Santelli non si arrende: “Valuteremo la possibilità di sollevare conflitto di attribuzione alla Consulta. La mia regione, in ogni caso – prosegue – ha vinto, perché ha messo le esigenze del Sud al centro del dibattito e ha fatto emergere la necessità di discutere a fondo la Fase due. La Calabria e il Sud hanno vinto perché hanno dimostrato di voler lavorare e di non pretendere politiche di assistenza”.