Il mondo dello spettacolo vede (forse) la luce in fondo al tunnel, dopo quasi tre mesi di buio e lockdown. Il Comitato tecnico scientifico della Protezione civile si è riunito nei giorni scorsi dal 4 al 6 maggio per un tavolo di proposte, riflessioni e una mappa di ripartenza da proporre al Governo. Secondo i primi studi, sembra che ci sia già un periodo per la ripresa: ossia la prima settimana di giugno. Si è arrivati a questo punto, in seguito a numerose riflessioni sulla situazione epidemiologica attuale e sul trend che si sta avendo in questi giorni di contenimento del Covid-19. Dati e numeri che vanno, naturalmente, presi con le pinze dal momento che la situazione nazionale e regionale potrebbe variare dal un momento all’altro, specie per chi prevede – nella peggiore delle ipotesi – una seconda ondata di contagio.
Intanto il ministro per i Beni e le Attività culturali Dario Franceschini, intervenendo da casa alla serata di premiazione dei David di Donatello in diretta su Rai Uno, non si è sbilanciato sulle date. “Non lo decidiamo solo noi, ma dal Comitato tecnico scientifico ci hanno detto che possono riaprire in sicurezza. Lunedì incontrerò il mondo del cinema. Abbiamo davanti l’estate, le piazze sono grandi arene in cui le misure di sicurezza sono più facili da applicare. E poi bisogna far ripartire la grande industria del cinema italiano”. Anche il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro è ottimista: “Si stanno valutando forme di partecipazione con numeri limitati di persone in luoghi confinati previo rispetto delle regole e con un percorso di garanzia, dalla fasce orarie agli ingressi. Questo vale per tutti gli eventi che hanno tali caratteristiche”.
Dunque il Comitato ha messo nero su bianco tutto quello che si dovrà fare se si vorranno riaprire cinema, teatri e realizzare concerti. La mascherina è obbligatoria per tutti. Questo è un punto fondamentale. Naturalmente all’ingresso dovranno essere disponibili distributori di gel igienizzante, il pubblico dovrà fare il biglietto elettronico per evitare qualsiasi tipo di contatto in biglietteria con soldi e ticket cartacei. Gli ingressi saranno contingentati al posto, anche in orari diversi, mentre i posti a sedere saranno distanziati da un metro. I controlli della temperatura corporea (che non dovrà superare 37.5 gradi) saranno fatti a tappeto sia al pubblico che alle maestranze, staff tecnico, artisti e management. Naturalmente, come ci aveva anticipato l’assessore alla Cultura del Comune di Milano, Filippo Del Corno, le capienze saranno ridotte. Si ipotizza per cinema e teatri una presenza massima di 200 persone (maestranze comprese) e di 1000 persone invece per gli spettacoli all’aperto. Tutti gli spettatori saranno sempre seduti e con posti distanziati e pre-assegnati, quindi una poltroncina sì e una no.
Tutte queste proposte sono state girate direttamente al Governo con la premessa che tutto dipende dall’evoluzione della situazione in Italia della diffusione del virus e della pandemia. Non si può correre nessun rischio, quindi se i dati dovessero peggiorare, naturalmente slitterebbe tutto e non si parlerà più di giugno. C’è da capire, nel caso in cui fosse tutto confermato, come le Agenzie Live vorranno riorganizzarsi. La capienza ridotta vuol dire meno incassi, i potenziamenti delle misure di sicurezza per evitare il contagio vuol dire un esborso di denaro non indifferente. Quindi andrà fatta anche una valutazione in merito agli utili di un evento, che ha sicuramente un suo costo. Insomma un concerto dovrà essere rivisto nella forma e nella sostanza, se si vorrà realizzarlo. Una cosa è certa: nulla sarà come prima.