Due cuori e un passaporto, eccola l’ultima trovata del sindaco di Messina Cateno De Luca. Oramai autentica star del web, uno degli effetti collaterali della terribile pandemia che sta devastando il pianeta.
E così ogni giorno al sindaco tocca tirar fuori dal suo cappello qualcosa. Un’idea, uno slogan, una diretta Facebook dallo Stretto, un’ordinanza contro il 5G. Perché la politica-spettacolo brucia e dimentica i suoi idoli con la stessa velocità delle stelline dei talent.
Dalla sua, però, “Scateno” ha una fantasia fervida e sconfinata. La stessa, d’altronde, che lo ha portato a diventare, tra lo scetticismo e lo stupore di tutti, sindaco della città peloritana con una corsa in solitaria. Terzo comune amministrato dopo Fiumedinisi e Santa Teresa Riva. Nonostante processi e accuse.
La fantasia di De Luca, dicevamo, è sconfinata. E proverbiale. Come quando si presentò nudo, in realtà avvolto nella bandiera della Trinacria, in una conferenza stampa per protestare contro la sua esclusione dalla commissione bilancio del Parlamento regionale siciliano. O, per citare eventi più vicini, quando cominciò ad aggirarsi tra le antiche sale di Palazzo dei Normanni suonando la zampogna. Questo è il personaggio. Ma guai a pensare sia solo folklore, De Luca conosce bene le regole della comunicazione ed ha fatto suo stendardo il proverbio “bene o male, l’importante è che se ne parli”. E su questo è, ammettiamolo, anni luce avanti a tutti.
In questi mesi di emergenza ha saputo indossare i più svariati panni. Sceriffo, controllando personalmente chi rientrava in Sicilia attraversando lo Stretto. Attore consumato, con tanto di dirette in notturna in cui imitava pose mussoliniane trasformando gli imbarcaderi in Piazza Venezia. Filantropo, regalando uova di pasqua durante improvvisate adunate nei quartieri di Messina.
Ancora eccolo in versione generale dell’aviazione con una flotta di droni che spargevano il verbo “deluchiano” dall’alto, in una versione alla Franco e Ciccio dell’assalto al villaggio vietnamita di apocalypse now. Organizzatore di eventi conviviali con tanto di hashtag per Pasqua e pasquetta: “io rrustu a casa pi cazzi meii” era l’ordine perentorio che accompagnava gli auguri alla cittadinanza. Cosa, questa, che non è stata particolarmente gradita alla chiesa messinese. Ma tant’è, De Luca non si pone troppi problemi nell’agone delle risse social. Ed infatti i suoi strali non hanno risparmiato la ministra degli interni, che lo ha anche denunciato per vilipendio, il presidente Conte, il governatore della Sicilia Nello Musumeci, i suoi colleghi sindaci.
Le sue dirette dal centro operativo della protezione civile di Messina, sempre tradotte in lis da un’eroica collaboratrice, hanno fornito – quasi in ugual misura – meme e titoli. E, soprattutto, ospitate nei salotti tv nazionali. Una campagna di promozione guastata, però, dal funerale in pompa magna con corteo di Rosario Sparacio, fratello di Luigi Sparacio storico capomafia del messinese. Funerale celebrato mentre i droni guardavano, evidentemente, da altre parti della città.
De Luca, però, non è certo personaggio che si arrende. Derubricata la vicenda del corteo funebre a semplice incidente giustificato dal fatto che “era Pasqua, avevo staccato tutto per un giorno e non sapevo nulla” si è subito rimesso al lavoro. Anche per riguadagnare like e titoli che stavano scemando. Ed ecco una pioggia di ordinanze, spesso in dichiarata e ostentata contraddizione ai decreti del governo nazionale e alle ordinanze della Regione. Tanto da aver meritato anche una riunione, in piena emergenza, del Consiglio dei Ministri per annullare una sua determina.
Ma, siccome il sindaco adora generare stupore, a favore dei suoi adoranti fan, ecco l’ultima trovata. Proprio lui, uno dei massimi cantori della Sicilia da blindare innalzando immaginari muri sui pochi chilometri dello Stretto che separa l’Isola dalla Calabria, diventa l’alfiere romantico del cuore che conosce ragioni sconosciute ai decreti. Ed eccolo scrivere alla presidente della Regione Calabria per perorare la causa degli innamorati pendolari tra Scilla e Cariddi. Un “passaporto degli innamorati” (cit) che consenta ai fidanzati di poter attraversare nei due sensi lo Stretto e ricongiungersi. Ma occhio, non certo carnalmente. Perché, tra le tante disposizioni, De Luca ha ordinato, almeno fino al 31 ottobre, l’astinenza sessuale. L’amore sì, ma a patto che sia platonico. E intanto i like tornano a crescere. Come l’ambizione, mai nascosta, di poter diventare il primo presidente della regione di provenienza messinese al tempo dell’elezione diretta.