In sostanza, sostiene l'ex premier in un'intervista a Repubblica, "si tratta di 36-37 miliardi a un tasso prossimo allo zero, il che produce un risparmio per le casse dello Stato di alcuni miliardi". Apertura del governatore della Liguria: "Ma vincolarli a una spesa rapida, senza burocrazia"
Sull’uso dei fondi del Mes “non ci saranno condizionalità al di fuori del vincolo a spendere i soldi” per “coprire i costi sanitari diretti e indiretti” derivati dalla diffusione della pandemia. Per questo, dice il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, per l’Italia “si tratta di 36-37 miliardi a un tasso prossimo allo zero”. In sostanza, sostiene l’ex premier in un’intervista a Repubblica, “il prestito avrà una maturità di 10 anni, il che produce un risparmio per le casse dello Stato di alcuni miliardi”.
E con le nuove regole sul fondo Salva-Stati anche alcuni esponenti di centrodestra aprono. In primis il governatore della Liguria e leader di Cambiamo, Giovanni Toti. “Io sono per prenderlo”, ha spiegato a SkyTg24, precisando che governo e Parlamento dovrebbero accettarlo “solamente accanto a una legge che consenta di spendere i soldi”.
“Trentasette miliardi di euro di ulteriore debito e poi per fare un ospedale ci mettiamo cinque anni per colpa della burocrazia e delle leggi che noi stessi abbiamo inventato, è un debito inutile”, spiega il governatore. Quindi, dice, il Parlamento dovrebbe dire sì ma “condizionarlo a cose che si fanno nei prossimi 12-24 mesi”. Anche se, aggiunge, il Mes è “uno strumento che consacra la debolezza dell’Europa, abbiamo riadattato uno strumento inventato per una crisi a un’altra crisi senza avere la capacità di tagliare un abito su misura per le nuove esigenze”.
Di diverso avviso Gentiloni, secondo il quale le linee di credito del Mes “sono il simbolo del modo diverso in cui affrontiamo la crisi: dieci anni fa un Paese nei guai chiedeva aiuto in cambio di condizioni draconiane mentre oggi, con l’Europa alle prese con una crisi comune, abbiamo uno strumento accessibile a tutti e senza condizioni”.
L’Unione Europea, aggiunge, “esce più forte” perché “ha messo a nudo le velleità dei nazionalismi, del mito dell’uomo forte che se ne frega della pandemia e della narrativa del Paese che fa da solo. Abbiamo dimostrato che servono scienza, cooperazione tra nazioni e capacità di gestire situazioni complesse. Nulla di peggio per il nazionalismo populista”.
Con Mes, Sure e Bei “per la prima volta le istituzioni Ue non si limitano alla politica monetaria della Bce e alla sorveglianza della Commissione, ma lanciano risorse finanziarie comuni. Abbiamo rotto un tabù, non basta”, dice ancora il commissario Ue all’Economia. Il recovery Fund, atteso e chiesto da Giuseppe Conte, conclude Gentiloni, sarà presentato “entro due settimane, e il suo obiettivo sarà di attenuare i rischi di divergenze eccessive all’interno del mercato unico”. “È necessario che il piano diventi operativo il più presto possibile, senza aspettare il 2021, abbia un finanziamento molto rilevante e agisca con un mix di sussidi e prestiti a lunga scadenza”.