Musica

Coronavirus, gli invisibili della musica: tecnici dello spettacolo, fonici, producer, dj. Il grido di dolore dei 200mila lavoratori intermittenti senza tutele – LE STORIE

C'è il dj che deve mantenere una famiglia e prova a reinventarsi, il tecnico del suono che pensa che il peggio debba ancora venire, il producer che racconta di colleghi "che ora fanno i rider". Il mondo della musica non è fatto solo di grandi nomi e grandi eventi. E gli "intermittenti" non stanno maturando né retribuzione, né diritti, né hanno accesso a indennità riservate ai disoccupati. FqMagazine ha raccolto alcune di queste storie

di Andrea Conti

I LAVORATORI INTERMITTENTI: “FATECI LAVORARE IN ESTATE” - 2/5

Abbiamo contattato Demetrio Chiappa, presidente di Doc Servizi, la più grande cooperativa italiana nel settore spettacolo, che da tre mesi sta portando avanti le istanze di questi lavoratori. “Al ministro Franceschini abbiamo avanzato delle proposte e suggerimenti. – ci racconta – Per i lavoratori intermittenti dello spettacolo, che hanno sempre pagato contributi e tasse, è necessario capire come garantire loro una continuità di reddito fino alla fine dell’emergenza. Vorremmo ci fossero garanzie per accedere al FIS o alla Cassa in deroga per 9 settimane perse dal 23 febbraio in poi, in base alle retribuzioni medie dello storico dei 12 mesi precedenti, non solo per le giornate di lavoro chiamate e poi annullate”. Al Governo sono state presentate anche altre proposte: “Considerando gli ammortizzatori che sono ad oggi disponibili, riteniamo che i lavoratori intermittenti dello spettacolo debbano avere accesso alla CIGD in corso di rapporto o, in alternativa, agli 800 euro del bonus spettacolo, in base alla loro condizione professionale. Invece, coloro che non accedono o hanno esaurito il periodo di integrazione salariale, devono ottenere l’indennità di disoccupazione NASPI anche quando i lavoratori non sono in chiamata”.

Sono tutte istanze urgenti, dettate dalla difficoltà di tantissimi lavoratori. “C’è gente che soffre la fame – ci spiega Demetrio -, un sacco di precari sono a casa, senza lavori. Non esistono solo i grandi eventi, sappiamo benissimo che per i concerti negli stadi e nei palazzetti bisognerà aspettare almeno al 2021, c’è chi azzarda il 2022. Tutto dipenderà dal vaccino e anche dal tempo che ci vorrà affinché il vaccino possa essere disponibile per tutti. Per questo facciamo un appello affinché questa estate si possano aprire le piccole piazze, i locali e i club dove si possono rispettare le misure di sicurezza, rimanendo distanziati. Si può e si deve lavorare, vorrei abbattere in questo caso il luogo comune che lo spettacolo sarà l’ultima filiera a riaprire perché i protocolli ci sono già, siamo pronti a ripartire”.

I LAVORATORI INTERMITTENTI: “FATECI LAVORARE IN ESTATE” - 2/5
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