Botta e risposta a “Otto e mezzo” (La7) tra la vicedirettrice de Il Fatto Quotidiano, Maddalena Oliva, e il vicedirettore de La Verità, Francesco Borgonovo, secondo cui in questo periodo di emergenza “è stato scavalcato il Parlamento”. Oliva dissente: “Secondo me, fondamentalmente il Parlamento si è emarginato da solo. Basti vedere il livello del dibattito che si è registrato nelle ultime settimane, come le repliche delle varie parti politiche all’informativa tenuta da Conte alle Camera. E’ il livello del dibattito del Parlamento che, a mio modesto parere, si è autoemarginato dalla realtà. Non so se arrivano anche alla redazione de La Verità, ma al Fatto Quotidiano riceviamo molte lettere di cittadini, specie del Nord e della Lombardia, che è anche la mia regione”.
”Allora chiudiamo il Parlamento e facciamola finita – replica Borgonovo – Decidiamo sul web o con le lettere”.
La vicedirettrice del Fatto continua: “In un Paese in cui siamo abituati a far diventare tutto politica, persino i morti, che sono stati chiamati in causa da Renzi, tutto diventa prova del fatto che abbiamo una classe politica molto in difficoltà a mettersi in contatto con il dolore delle persone. Io credo che in questo momento i cittadini abbiano dato a Conte una grande fiducia, come, del resto, dimostrano i sondaggi. Ma naturalmente è una fiducia a tempo”.
Borgonovo ribadisce il suo punto di vista: “Non possiamo dire che il Parlamento si può scavalcare perché il livello del dibattito è basso”.
“Ma il Parlamento non è stato scavalcato”, obietta Oliva.
“E’ stata montata una cagnara infinita per un’uscita improvvida di Salvini sui pieni poteri – prosegue Borgonovo – E adesso che questo (Giuseppe Conte, ndr) se li è presi, va tutto bene. Il Parlamento è stato ignorato”.
“Il tema è un altro – ribatte Oliva – Il premier ha riferito alle Aule? Sì. Ha fatto 11 dpcm, e possiamo anche ragionare sul fatto che il numero dei dpcm sia elevato. Ma sono strumenti previsti dalla legge in questa fase delicata con l’obiettivo di contenere il virus. Qui bisogna mettersi anche d’accordo, perché siamo un Paese in cui siamo tutti allenatori di calcio: un giorno si critica Conte perché parla troppo, un altro giorno perché parla troppo poco, un altro giorno perché chiude le Regioni, un altro giorno perché ancora le apre. Se dobbiamo fare delle critiche al premier, siano circonstanziate”.