di Diego Battistessa
“COVID LATAM – Un reportage fotografico collettivo che ci mostra come avanza il coronavirus in America Latina. 9 Fotografe + 9 Fotografi + 1 virus = 19 Covid“. Così si presenta su Instagram questo innovativo e attuale progetto fotodocumentale, che ci porta passo dopo passo, scatto dopo scatto, nelle viscere della regione latinoamericana dove alle molteplici crisi politiche, economiche e sociali si unisce ora la pandemia del Covid-19.
Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Cuba, Ecuador, Guatemala, Messico, Perù, Uruguay e Venezuela i 13 paesi narrati attraverso le macchine fotografiche, l’arte e la creatività di Federico Rios Escobar, Tamara Merino, Rodrigo Abd, Fabiola Ferrero, Joao Piña, Gloriana Ximendaz, Pablo Piovano, Matilde Campodónico, Ale Cegarra, Ana Carolina Fernandes, Victor Moriyama, Andrea Hernandéz, Daniele Volpe, Johis Alarcón, Iván Valencia, Sara Aliaga, Sebastian Gil Miranda ed Eliana Aponte.
Di fronte alla cruda realtà e al nuovo ordine sociale derivante dalle misure di confinamento attuate dai governi della regione, questi 18 fotografi hanno deciso di fare fronte comune e di unire visioni e orizzonti per essere testimoni attivi di questo particolare momento storico. Fotografie scattate per le strade o dall’interno delle loro case, come raccontano loro stessi in un’intervista al New York Times: scatti che immortalano scene di ordinaria a-normalità della vita ai tempi del Covid-19.
Raccontare l’America Latina “in” e “da” l’America Latina, con una visione che non subisce il filtro dell’alterità occidentocentrica ma che veicola e si fa portatrice delle peculiarità della cultura, storia e tradizione locale. Spaccati di vita quotidiana, un dialogo continuo tra 18 percezioni particolari, 18 contesti diversi, 18 interpretazioni uniche.
Siamo di fronte a narrative originali ed uniche, come le traiettorie e i background dei fotografi impegnati nel progetto. Difforme è anche la penetrazione sociale e la frattura prodotta dal coronavirus nei 13 contesti nazionali sui quali si focalizza il progetto: elemento che aggiunge peculiarità ed eterogeneità alle fotografie di Covid Latam.
Ovviamente la quarantena costringe anche i fotografi al distanziamento sociale e al confinamento, per questo molte delle foto sono intime, domestiche, senza però tralasciare una visione comunitaria e sociale.
Frammenti di una sperimentazione artistica figlia della necessità di sopperire al nuovo modo di dover intendere la professione fotografica, ai nuovi e stringenti vincoli di movimento, al nuovo modo di vedere e risignificare la “normalità”. E come non poteva essere altrimenti, questi sguardi attraverso la macchina fotografica mettono a nudo disuguaglianze, sofferenza, lotta ma anche resilienza e quello spirito di condivisione e innata celebrazione della Vita che caratterizza l’America Latina.
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Un continente sin piernas pero que camina (‘senza gambe, però che cammina’, come cantava Calle 13), una regione dalle molteplici sfumature, sensibilità e cosmogonie. Rappresenta un profondo e incredibile regalo a noi tutti, quello che questi 18 professionisti della fotografia hanno plasmato nel progetto Covid Latam, una viva testimonianza che ci avvicina e ci rende partecipi di vite lontane che affrontano in modo diverso la stessa sfida comune.
Covid Latam ci spinge anche a riflettere e fissare lo sguardo su come possiamo cambiare ciò che vediamo, su come far diventare questa crisi globale un’opportunità, per reagire e risignificare il nostro viaggio e la nostra esistenza su quella che indigeni delle Ande chiamano Pacha Mama (Madre Terra).