L'istinto e la felicità di questa famiglia di nuovo riunita dopo molti mesi di incertezze e preoccupazioni ci hanno fatto dimenticare per un istante tutte le distanze di sicurezza da rispettare per cercare di evitare il contagio da coronavirus
Coperta e velata in un abito tipico africano, guanti monouso come prevedono le disposizioni anti-contagio da coronavirus e la mascherina che non nasconde il sorriso stampato sul suo volto. Così Silvia Romano è scesa dall’areo che l’ha riportata in Italia dopo un anno e mezzo di prigionia in Africa, tra Kenya e Somalia. Appena atterrata è corsa incontro alla madre che l’aspettava sulla soglia dell’aeroporto di Ciampino per stringerla in un abbraccio fortissimo, proprio nel giorno della Festa della Mamma, come da troppo tempo ormai non ne vedevamo più a causa della pandemia. Poi ancora, ha teso le braccia al padre e alla sorella che l’attendevano a braccia aperte, stringendoli a sé, incurante dei flash dei fotografi e degli obiettivi delle telecamere, con un sorriso entusiasta sulle labbra. “Sono stata forte”, ha ribadito la cooperante 25enne ai suoi familiari. “Grazie. Sto bene, per fortuna, sto bene fisicamente e mentalmente. Ora voglio solo stare tanto tempo con la mia famiglia e sono felicissima, dopo tanto è bello essere tornati”, ha aggiunto rivolgendosi al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro degli Esteri Luigi Di Maio che erano lì ad accoglierla.
L’istinto e la felicità di questa famiglia di nuovo riunita dopo molti mesi di incertezze e preoccupazioni ci hanno fatto dimenticare per un istante tutte le distanze di sicurezza da rispettare per cercare di evitare il contagio da coronavirus. D’altra parte come si poteva proibire ad una ragazza di 25 anni reduce da oltre un anno e mezzo di prigionia in quel continente lontano dove era andata ad aiutare i più poveri di non gettare le braccia al collo dei familiari. Quell’abbraccio bagnato dalle lacrime di gioia di Silvia e della sua mamma è stato immortalato in una foto che ne racchiude tutta la carica emotiva, arrivando come una lama dritta al cuore di chi la guarda. Si fatica a staccare gli occhi da quest’immagine ma, al contempo, ci si sente quasi in imbarazzo, come se fossimo degli intrusi che spiano un momento così privato. Quei gesti un po’ impacciati ma assolutamente sinceri di chi non si vede da tanto tempo sono stati uno squarcio di forza e energia positiva in questo periodo difficile, scandito dai bollettini con i numeri del Covid-19 e la crisi economica causata dal lockdown.