L’emergenza coronavirus e le conseguente misure restrittive hanno provocato a marzo, il primo mese di lockdown, un crollo della produzione industriale senza precedenti, sia nel confronto con il mese precedente che su marzo 2019. La stima dell’Istat rivela una riduzione tendenziale (rispetto a un anno fa) del 29,3% “che è la maggiore della serie storica disponibile (che parte dal 1990), superando i valori registrati nel corso della crisi del 2008-2009“. È “senza precedenti anche la caduta in termini mensili”: l’indice destagionalizzato della produzione è diminuito del 28,4% rispetto a febbraio. Nel primo trimestre dell’anno, il livello della produzione è scesa dell’8,4% rispetto ai tre mesi precedenti.

Tutti i principali settori dell’industria italiana registrano variazioni tendenziali e congiunturali negative, in molti casi a livelli record. Il dato peggiore per il settore auto: la produzione è diminuita a marzo del 62,6% su base annua, mentre nel primo trimestre dell’anno la produzione ha perso il 24,4% rispetto ai primi tre mesi del 2019. Rilevanti anche i crolli in generale nel settore dei mezzi di trasporto con un calo del 60,1% su febbraio e del 52,6% su marzo 2019, nei settori delle industrie tessili e abbigliamento (-51,2% rispetto a marzo 2019), fabbricazione di macchinari (-40,1%) e metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-37%). Il calo minore si registra nelle industrie alimentari, bevande e tabacco (-6,5%) che, considerando la media degli ultimi tre mesi mantengono una dinamica tendenziale positiva.

L’indice mensile mostra inoltre marcate diminuzioni congiunturali in tutti i comparti. Variazioni negative caratterizzano, infatti, i beni strumentali (-39,9%), i beni intermedi (-27,3%), i beni di consumo (-27,2%) e l’energia (-10,1%).

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