Il ministro nella tarda serata di domenica annuncia la misura chiesta a gran voce da Confindustria con la sponda di Italia Viva. Lo scontro dovrebbe valere 2 miliardi e riguardare solo le aziende fino a 5 milioni di fatturato che hanno subito perdite. Il vice al Mef Misiani: "Riflessioni in corso". L'Abi ha chiesto che l'ammanco fiscale sia coperto ricorrendo al Mes per la copertura delle spese sanitarie. Per l'intesa politica sul testo da 258 articoli resta ancora il nodo della norma per le banche da salvare: il M5s contrario. Un preconsiglio dei ministri convocato alle ore 14
“Abboneremo il saldo e acconto dell’Irap di giugno” per le medie imprese. La misura chiesta dagli industriali viene annunciata nella tarda serata di domenica dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri a Che tempo che fa su Rai2. I dettagli dello sconto che entrerà in extremis nel testo del decreto Rilancio però non sono ancora noti: “C’è una riflessione in atto sul pagamento della rata Irap di giugno”, dice il viceministro Antonio Misiani, ospite di 24 Mattino a Radio 24. Dopo la riunione-fiume con i capi delegazione, il premier Giuseppe Conte ha cercato di trovare un compromesso, di fronte ai renziani di Italia Viva di nuovo sulle barricate pur di assecondare la richiesta degli industriali e per primo dal presidente designato di Confindustria, Carlo Bonomi. Lo sconto dell’imposta sulle attività produttive per le imprese sopra i 5 milioni di fatturato dovrebbe valere circa 2 miliardi e dovrebbe essere previsto per le aziende che hanno avuto perdite causate dal Covid. “Per dare aiuto maggiore a questa fascia di imprese abbiamo deciso di aggiungere anche questo”, ha spiegato il ministro Gualtieri domenica sera a Che tempo che fa. Mentre sui tasti dolenti della liquidità e dei ritardi della cassa integrazione ha promesso che il governo farà di più: nel decreto ci saranno misure per accelerare la cig in deroga e sulla liquidità viene chiesto “un impegno maggiore” anche alle banche.
Mancano ancora alcune limature per chiudere l’intesa politica su un decreto da 55 miliardi di euro che comprende norme vitali per la ripartenza del Paese dopo il lockdown tra le 434 pagine e i 258 articoli. Se il premier spera di aver piegato le resistenze dei renziani con la norma sull’Irap, resta il nodo dei 100 milioni di euro previsti per chi compra le piccole banche ‘decotte’. Norma che non piace ai Cinquestelle. Così come potrebbe riaffiorare ancora lo scontro sulle regolarizzazioni dei lavoratori stranieri, al momento rimaste fuori dal testo. Una riunione del preconsiglio per trovare la quadra si terrà alle ore 14 e il Consiglio dei ministri dovrebbe essere convocato in serata.
Il ministro Gualtieri, ospite in serata a Che tempo che fa, vanta la chiusura del pacchetto imprese. “Abboneremo il saldo e acconto dell’Irap” di giugno, ha annunciato, spiegando che con il dl Rilancio le medie imprese avranno anche “incentivi fiscali e misure di sostegno da parte dello Stato alla ricapitalizzazione, un meccanismo un po’ complesso ma estremamente incisivo”. Per le imprese “ci saranno dei ristori a fondo perduto per tutte le imprese fino a 5 milioni di fatturato – ha rivendicato Gualtieri – si arriverà fino a 62mila euro possibili”, che verranno dati alle imprese “con bonifico” da parte dell’Agenzia delle entrate. Gli industriali però continuano a chiedere che l’Irap sia abolita tout court. E ipotizzano che la copertura ai mancati introiti fiscali, che le Regioni usano quasi interamente per finanziare la sanità, arrivi dall’utilizzo della nuova linea di credito senza condizioni del fondo salva Stati Mes approvata dall’Eurogruppo venerdì: lo ha chiesto esplicitamente il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, nella nota in cui appoggia la proposta avanzata dal presidente designato di Confindustria Bonomi. Le risorse previste dal Meccanismo europeo di stabilità possono “coprire il fabbisogno derivante dalla sospensione dell’Irap. Una tale misura sarebbe fortemente sostenuta da tutto il mondo produttivo”, conclude il dg.
“Accelerare sulla cassa integrazione” – Sulla cassa integrazione “abbiamo fatto un intervento massiccio, abbiamo stanziato a marzo risorse per coprire tutta la cig per tutti lavoratori. Molti la stanno prendendo ma alcuni milioni no e questo riguarda la cig in deroga” che è una procedura regionale che prevede “una serie di passaggi e che si è rivelata troppo lunga“, ha ammesso ancora Gualtieri. “Non va bene e abbiamo chiesto all’Inps di preparare delle norme che saranno nel decreto per accelerare queste procedure”, ha promesso il ministro. Le risorse stanziate nel decreto dovranno servire anche a colmare i circa 2,8 miliardi, riferisce Repubblica, che mancano per pagare gli ammortizzatori: i soldi stanziati nel Cura Italia infatti sono finiti. “Sulla liquidità stiamo migliorando, i numeri sono incoraggianti, ma vogliamo fare più e chiediamo un impegno maggiore al sistema bancario“, ha aggiunto Gualtieri. Che ha anche confermato la volontà di aiutare i ristoratori a mettere i tavolini all’aperto “esentandoli dalla tosap e mettendo procedure più semplici”.
Oltre alle aziende, il decreto Rilancio spazia dalle famiglie alla scuola e alla sanità. Il lavoro di limatura non è ancora finito ma al momento sono confermati i grandi capitoli, dal rinnovo degli ammortizzatori, al pacchetto congedi-bonus baby sitter, fino al rinvio a settembre delle scadenze fiscali e a un aiuto concreto per le prossime vacanze degli italiani. Per andare in soccorso delle famiglie più in difficoltà arriva il reddito di emergenza. Per aiutare i più disagiati ci saranno anche altri 100 milioni per il Fondo affitti. Il governo stanzia un miliardo in due anni per l’istruzione, con il vincolo di destinare le risorse alle misure anti-contagio negli istituti scuole statali. Resta alta l’attenzione per la sanità, con aiuti al personale in prima linea e misure per aiutare i cittadini nell’acquisto delle mascherine, che ci accompagneranno a lungo anche nelle prossime fasi. Infine, fondi per la Protezione civile, per gli straordinari delle Forze dell’Ordine e 500 militari in più per il programma Strade Sicure.
Franceschini: “Due miliardi per il turismo” – La norma del decreto che aiuterà le persone a poter fare le vacanze vale oltre 2 miliardi di euro per il turismo. Il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini in un’intervista al Corriere della sera fa presente che “sarà l’anno delle ‘vacanze italiane’ perché il turismo internazionale, extraeuropeo, difficilmente potrà ripartire”. Poi spiega: “La misura che aiuterà famiglie e imprese è il tax credit vacanze, un bonus da spendere entro il 2020 in alberghi e strutture ricettive per persone sotto un reddito Isee di 40 o 50mila euro, stiamo definendo. Parliamo di 150 euro per un single e di una somma fino a 500 euro per coppie con figli – osserva Franchescini – aiuterà le famiglie e porterà nel comparto turismo oltre 2 miliardi di euro diretti, perché questo costa la norma, oltre all’indotto che creerà”.