Governo e Regioni si sono seduti di nuovo intorno a un tavolo virtuale per tornare a discutere sulle riaperture diversificate da far scattare dal 18 maggio in base ai dati relativi alla curva dei contagi e al rispetto dei protocolli Inail. In videoconferenza si sono ritrovati, alle 18.45 circa, i rappresentanti degli enti locali, il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, oltre al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e al ministro della Salute, Roberto Speranza. La buona notizia per quasi tutte le regioni è che si va verso un anticipo delle riaperture di bar e ristoranti. Ma le regole saranno stringenti e nulla sarà come prima, per molto tempo, una volta che ci si siederà a tavola o sulla poltrona del parrucchiere. Perfino quando si entrerà in un negozio per comprare una t-shirt o un paio di scarpe. Le prime linee guida del Comitato tecnico-scientifico che iniziano a circolare impongono criteri ferrei, che riguarderanno 336.137 imprese e verranno perfezionate questa settimana. Ancora esclusi cinema, teatri, concerti, piscine e palestre.
L’incontro sarà decisivo anche per stabilire in quali Regioni negozi e ristorazione potranno rialzare le saracinesche. Secondo La Stampa, la grande riapertura sarà generalizzata ma non riguarderà Lombardia e Piemonte, le due regioni più colpite, in cui i dati sanitari impongono ancora di attendere l’1 giugno come giorno in cui bar e ristoranti torneranno ad accogliere i clienti non solo per l’asporto.
“Entro giovedì il ministro Speranza darà i primi dati” sull’andamento del contagi da Covid-19 “in questa settimana appena terminata, dal 4 all’11 maggio e sarà così ogni settimana”, ha spiegato Boccia. “Quando questo pannello sarà pronto, ovvero in settimana, ci saranno tutte le condizioni per arrivare a una differenziazione territoriale, che tutti auspicano”, ha aggiunto ad Agorà.
Il “pannello” dei dati, come lo chiama il ministro, si baserà sui dati sanitari e su questi si innesteranno le regole contenute in un documento del Comitato tecnico-scientifico che verrà affinato nei prossimi giorni. E cambia le regole per molto tempo. La bozza del testo attribuisce un “rischio di aggregazione medio-alto” alle attività commerciali e suggerisce una riorganizzazione degli spazi visto che, per bar e ristoranti, l’uso delle mascherine è impossibile durante il servizio e “lo stazionamento protratto può contaminare, in caso di soggetti infetti da SARS-COV-2, superfici, stoviglie e posate”.
Da qui la necessità di stabilire un “un limite di capienza predeterminato” che preveda “uno spazio non inferiore a 4 metri quadro per ciascun cliente”, salvo che non vengano installare le barriere in plexigass. I commensali dovrebbero mantenere la distanza di un metro, mentre si discute riguardo ai quattro metri tra i diversi tavoli. Il Cts si sta orientando anche verso il suggerimento della prenotazione obbligatoria “per prevenire anche assembramenti di persone in attesa fuori dal locale”.
In discussione anche il capitolo, delicato, dell’aria condizionata. Il nodo non è sciolto e per questo si consiglia, almeno in un primo momento, di “favorire soprattutto soluzioni che privilegino l’uso di spazi all’aperto”. E resta anche il problema del “ricambio di aria naturale e la ventilazione dei locali confinati anche in relazione ai servizi igienici”. Di certo, saranno banditi i buffet e i clienti “dovranno indossare la mascherina in attività propedeutiche o successive al pasto al tavolo”, mentre spetterà ai titolari rendere “disponibili prodotti igienizzanti per clienti e personale anche in più punti in sala”, nonché igienizzare le superfici a fine servizio “evitando il più possibile utensili e contenitori riutilizzabili se non igienizzati (saliere, oliere, acetiere)”.
Per quanto riguarda i negozi l’orientamento per quelli sotto i 25 metri quadri è di concedere l’ingresso un solo cliente alla volta e indicare percorsi da seguire per raggiungere la merce. Quando vengono provati gli abiti, chi li indossa deve indossare mascherine e guanti, mentre l’ambiente deve essere sanificato ogni giorno. Un cliente alla volta anche nei locali di parrucchieri, barbieri ed estetisti, che – come per i ristoranti – dovranno inserire la prenotazione obbligatoria. Dipendenti e clienti dovranno indossare guanti e mascherine e gli strumenti dovranno essere sanificati in continuo.