Un’ordigno sotto la macchina, dopo l’incendio in azienda. Secondo attentato nel giro di pochi giorni contro una coppia di imprenditori nel Foggiano. La notte scorsa è stato fatto esplodere un ordigno artigianale sotto la Ford Cougar di una donna di 48 anni, moglie del titolare della cooperativa Natura Daunia, leader nella vendita degli asparagi. Nelle stesse ore, sempre in provincia di Foggia, è anche scoppiato un incendio in un’azienda agricola di Apricena, probabilmente di natura dolosa.
L’azienda del marito, Matteo Sgarro, aveva già subito un attentato incendiario la sera del 29 aprile scorso: persone tuttora sconosciute avevano dato fuoco a 4mila cassoni in plastica per la raccolta di frutta e verdura all’interno dell’azienda dell’uomo. Il titolare, ascoltato dai carabinieri subito dopo l’intimidazione, aveva escluso richieste estorsive o dissidi con privati.
L’auto della donna era parcheggiata in via Berlinguer a Carapelle, borgo alle porte di Foggia. L’esplosione della bomba, posta sotto la ruota posteriore dell’auto, ha danneggiato la parte posteriore del veicolo e il portone di ingresso di un condominio della zona. “Non sappiamo cosa dire. È inspiegabile”, ha commentato il titolare dell’azienda. “Confermo ancora una volta di non aver mai ricevuto minacce o richieste estorsive, di sicuro noi continueremo ad andare avanti con la nostra impresa agricola – ha aggiunto Sgarro – Purtroppo in zona non ci sono telecamere”. Sugli attentati alla coppia di imprenditori indaga la procura di Foggia guidata da Ludovico Vaccaro e la Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Bari coordinata dal procuratore Giuseppe Volpe.
La città non è nuova a questi scenari. Nelle carte dell’inchiesta Decima Azione, del novembre 2018, che ha colpito i clan Moretti-Pellegrino-Lanza e Sinesi-Francavilla, padroni criminali di Foggia, è raccontato nel dettaglio il tariffario della mafia foggiana: dai 50 euro per ogni funerale chiesti a chi gestisce una ditta di onoranze funebri, alle centinaia di migliaia di euro estorti a chi aveva aperto un cantiere edile. Situazione che nemmeno il lockdown però è riuscita a bloccare: secondo i dati diffusi dalla questura di Foggia, mentre il numero di rapine, truffe informatiche, furti di autovetture e nelle abitazioni effettuate in zona è diminuito durante la quarantena le denunce per estorsioni sono rimaste stabili a dieci.
Ad inizio anno in città si era registrati diversi attentati intimidatori. Tra questi, quello contro il centro anziani Il sorriso, gestito dai fratelli Vigilante, che nel 2018 confermarono alle forze dell’ordine di aver ricevuto richieste estorsive da una persona ritenuta il ‘cassiere’ della Società Foggiana: la struttura è stata nuovamente al centro di un attentato intimidatorio la notte dell’1 aprile, mentre il presunto responsabile degli attentati di gennaio è stato arrestato nelle scorse settimane.