Il fondo Salva Stati Mes ha pubblicato la bozza del “Response plan” con cui chiedere gli aiuti della nuova linea di credito pandemica senza condizionalità su cui l’Eurogruppo ha raggiunto un’intesa venerdì scorso. Il formulario, sostituisce il vecchio Memorandum e sarà siglato tra il governo che fa richiesta del prestito precauzionale e la Commissione Ue, che agisce per conto del Mes. L’Italia come è noto non ha ancora preso una decisione: il premier Giuseppe Conte – oltre a ribadire che il pacchetto Mes, Bei e Sure è insufficiente e alla Ue occorre un Recovery fund da 1.000 miliardi – ha detto più volte che l’ultima parola, una volta chiariti nel dettaglio i termini del prestito, spetterà al Parlamento. Il Movimento 5 Stelle resta contrario, mentre per il Pd si tratta di una “grande opportunità” ora che è stato chiarito che non ci sarà un “rischio troika” per chi chiede questo sostegno. Anche perché i termini concordati venerdì scorso consentirebbero alla Penisola di risparmiare circa 6 miliardi in 10 anni optando per un prestito Mes da 36 miliardi invece che raccoglierli sul mercato emettendo titoli di Stato. Visto che i soldi verrebbero usati per la sanità, pagata in gran parte dalle Regioni con il gettito Irap, da Giovanni Toti ad Alberto Cirio alcuni governatori di centrodestra si sono detti favorevoli.

Il board dei governatori del Mes si riunirà il 15 maggio per dare il via libera alla possibilità di concedere l’assistenza finanziaria ai Paesi dell’euro che ne faranno richiesta. La bozza dello schema di accordo, in tre pagine, contiene una tabella in cui indicare l’ammontare dei “costi di cura e prevenzione” legati al Covid per cui il Paese chiede i fondi, la “parte della spesa sanitaria attribuibile all’impatto del Covid” (in questa voce, si legge, possono rientrare spesa per gli ospedali, per la riabilitazione, cure ambulatoriali, farmaci, assistenza di lungo termine) e “altri costi indiretti” legati a cura e prevenzione del coronavirus. Possono essere elencati costi fino al 2% del Pil, il tetto massimo di prestiti disponibili in base all’accordo tra i leader Ue e i ministri delle Finanze dell’Eurozona.

Il primo paragrafo del documento ricorda che “la sola condizione per accedere alla linea di credito è che gli Stati che chiedono il sostegno si impegnano ad usarlo per sostenere il finanziamento dei costi diretti e indiretti di sanità, cura e prevenzione, legati alla crisi del COVID-19″. Poi si ricorda che la pandemia “ha cambiato le prospettive per l’economia europea e globale ed è chiaro che una profonda recessione in Ue è inevitabile con un drastico crollo del Pil nel 2020 e una graduale, sebbene incompleta, ripresa nel 2021. Inoltre, la crisi ha fatto aumentare nettamente il peso sulla sanità, e la pressione sui conti pubblici e sui mercati finanziari. L’ampiezza del collasso nell’attività economica e la successiva ripresa dipenderà in modo cruciale dalle azioni sanitarie e dalle risposte economiche puntuali. Di conseguenza, tutti gli Stati e le istituzioni europee stanno prendendo azioni decisive per mitigare l’impatto della crisi, all’interno delle loro rispettive competenze”.

Intanto si fanno i conti sulla cifra che l’Italia risparmierebbe chiedendo 36 miliardi di euro (2% del pil 2019) al Mes invece che emettere Btp per la stessa cifra. All’ultima asta il tasso sul decennale è salito all’1,78%. Il fondo salva Stati invece presterebbe a un tasso “circa zero” a cui va sommato un margine di 10 punti base all’anno (0,1%), un altro 0,005% annuo di “service fee” e una commissione iniziale di 25 punti base (0,25%) da spalmare sugli anni del prestito. Il costo totale annuo sarebbe dunque pari a circa 0,18%. Luca Fava e Carlo Stagnaro nel briefing paper dell’Istituto Bruno Leoni Il Mes: un’offerta che l’Italia non può e non deve rifiutare, calcolano che il risparmio per lo Stato italiano sarebbe di 567 milioni di euro all’anno di interessi: circa 5,7 miliardi in dieci anni. Con le stesse risorse, è una delle proposte del paper dell’Istituto Bruno Leoni, si potrebbe finanziare la fornitura di mascherine chirurgiche agli studenti di tutte le scuole italiane di ogni ordine e grado per l’anno scolastico 2020/21, stimata in circa mezzo miliardo di euro.

Come è noto il Movimento 5 Stelle rimane contrario all’ipotesi di usare il Mes, mentre il Pd è ora favorevole. Il capogruppo alla Camera, Graziano Delrio, in un’intervista a InBlu Radio ha chiarito: “Le nuove regole che ha messo nero su bianco l’Eurogruppo sono molto convincenti. Non si può continuare a chiamare un baco una farfalla, sono due cose diverse. Possono diventare belle le cose che in partenza potevano sembrare brutte“. Insomma: “Noi eravamo tutti contrari al Mes con le sue condizionalità, come lo abbiamo conosciuto con la Grecia, ma adesso non dobbiamo chiudere gli occhi. Si apre una linea nuova di credito, ed è un grande successo, con la sanità che ha un bisogno enorme di risorse”.

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