L'attuale direttore tecnico è rimasto deluso dalla richiesta di "pieni poteri gestionali" avanzata dal manager tedesco e ha replicato: "Non capisco su quali basi vertano le sue dichiarazioni". Rangnick però sembra essere l'uomo scelto da proprietà e Gazidis per guidare la squadra: la convivenza con l'ex capitano ora pare impossibile
Prima dovrebbe imparare “il concetto del rispetto”. L’attacco di Paolo Maldini a Ralf Rangnick, il candidato scelto dall’amministratore delegato Ivan Gazidis per sedersi sulla panchina del Milan, apre nuove ombre sugli attuali equilibri interni alla società rossonera. Maldini, attuale direttore tecnico, è rimasto deluso dalla richiesta di “pieni poteri gestionali” avanzata dal tecnico tedesco e all’Ansa ha replicato: “Non capisco su quali basi vertano le sue dichiarazioni, anche perché dalla proprietà non mi è mai stato detto nulla”. Un segnale: Rangnick sembra essere l’uomo scelto da Gazidis, diretta emanazione della proprietà, per sostituire Stefano Pioli e dare il via a un nuovo ciclo. Se queste sono le premesse, è probabile che Maldini non farà più parte del progetto.
Rangnick “parlando di un ruolo con pieni poteri gestionali sia dell’area sportiva che di quella tecnica, invade delle zone nelle quali lavorano dei professionisti con regolare contratto. Avrei dunque un consiglio per lui, prima di imparare l’italiano dovrebbe dare una ripassata ai concetti generali del rispetto“, è stato lo sfogo dell’ex capitano rossonero. Solo qualche giorno fa Rangnick, che attualmente è il responsabile dell’area sportiva del gruppo Red Bull, aveva detto: “Non posso escludere del tutto di andare al Milan”.