Silvia Romano si è convertita. Noi non possiamo sapere quanto le circostanze della prigionia abbiano influenzato la decisione: scelta libera? Sindrome di Stoccolma? Non solo è assurdo esprimere giudizi senza sapere nulla, ma è anche profondamente ingiusto: è una scelta che riguarda lei, che lei ha valutato e magari cambierà o manterrà. Personalissima.

Non sappiamo, ma una selva di vigliacchi pensa di sapere, e la insulta, mostrando tre caratteristiche; essere incapaci di prendersi un momento di riflessione prima di giudicare; essere incapaci di rendersi conto che non spetta a nessuno giudicare le scelte di chiesto tipo; essere incapaci di gioire per la liberazione di una connazionale, avvelenati da un odio assoluto per tutto ciò che non rientra nel loro modo di vivere vedere il mondo. Passa subito in second’ordine che la ragazza sia una cooperante che si da fare per migliorare il mondo.

Forse sarebbe l’ora di ridiscutere questo diritto all’anonimato in rete. Chi insulta lo faccia a viso aperto, con nome e cognome. Quando una cretina insultò pesantemente Laura Boldrini, fu individuata. Queste persone che amano mettere alla gogna, si facciano vedere, corrano il rischio di essere contestati, di discutere in tribunale richieste di danni per diffamazione, se non peggio.

Ogni volta che leggiamo un articolo o cerchiamo un’auto siamo profilati, come si dice, sanno chi siamo e non possiamo più aprire un sito senza essere inondati di pubblicità mirate: sanno chi siamo, cosa ci piace, quanti soldi abbiamo, orientamento politico e sessuale, vizi e virtù. La legge sulla privacy è una foglia di fico che non copre nulla ma produce burocrazia a iosa.

L’anomimo hater, che insulta nascosto da uno schermo, è la versione in rete di quel vigliacco egoista che mette nella cassetta dell’infermiera una lettera anonima che la accusa di portare il virus nello stabile. Quando avrà bisogno di un’infermiera, capita a tutti noi, ci ripensi.

La donna ha reso pubblica la cosa. Immagino che quando incontra per le strade i condomini si chieda chi è il vile.

Hater, colui che odia, chiamiamoli odiante e l’inglese non lo nasconda: una brutta persona. In Anatomia della distruttività umana, Eric Fromm analizza come l’incapacità di amare si traduca in una smania di potere distruttivo sugli altri. Il bullismo cibernetico fa molto male, talvolta perfino uccide; l’istigazione al suicidio è un reato penale e va punita.

La domanda è: perché non ti firmi? Non siamo in Cina o in Russia. Di cosa hai paura, odiante?

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