Licenziata mentre era in malattia per due post su Facebook in cui lamentava una “condizione di lavoro di non sicurezza” nell’area di servizio Prenestina Ovest dove lavorava da 25 anni. Con l’aggravante che uno dei messaggi è stato pubblicato sulla bacheca della trasmissione Pomeriggio 5 che conta “oltre 566mila follower“, come sottolinea Autogrill nella lettera in cui le contesta di aver fatto “affermazioni denigratorie” e “illazioni gravissime ed inaccettabili tenuto conto del particolare momento di emergenza nazionale sanitaria in cui la nostra azienda e i nostri collaboratori sono in prima linea per assicurare un servizio di pubblica utilità, nel rispetto delle disposizioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro”.
Paola Rongione era stata assunta dal gruppo che fa capo alla Edizione della famiglia Benetton nel 1995. “Lavoravo nell’area di servizio Prenestina Ovest, sulla Milano-Napoli. Soffro di bronchite asmatica e a febbraio ero stata male, sospetta polmonite”, racconta a ilfattoquotidiano.it. “Ho fatto l’ultimo turno il 7 marzo, quando c’è stato l’esodo da Milano a Napoli (subito prima che entrasse in vigore il divieto di uscire dalla Lombardia, ndr), poi ho avuto una ricaduta e sono entrata in malattia. In aprile sono stata licenziata, a far data dal 25 marzo”. Ha ricevuto la raccomandata che le comunica il licenziamento il 14 aprile, un mese dopo aver pubblicato sulla bacheca social della trasmissione di Barbara D’Urso un messaggio che lamentava come la tv non parlasse della “condizione di lavoro di non sicurezza da parte dell’azienda senza un minimo di apertura e collaborazione”. Qualche ora prima sul su profilo aveva scritto: “Noi poveri operatori siamo stai lasciati in balìa degli eventi e nel caos più totale, grazie Autogrill”. Post “parimenti denigratorio e offensivo“, secondo il gruppo. Che invoca la giusta causa, fattispecie esclusa dal divieto di licenziamento introdotto dal governo con il decreto cura Italia.
Visto che gli autogrill in autostrada sono sempre rimasti aperti per garantire i servizi indispensabili ai camionisti, nei giorni tra l’8 e il 13 marzo “avevo chiesto, attraverso il responsabile della sicurezza e il direttore, quali disposizioni ci fossero per la sanificazione e la fornitura di dispositivi di protezione, che in quel momento non c’erano, ma non avevo avuto risposte”, spiega Rongione al fattoquotidiano.it. “In più i colleghi mi avevano riferito che l’azienda, vista la diminuzione del traffico, aveva chiesto di passare al monopresidio“. Significa che per ogni turno c’è un solo lavoratore a gestire tutto, dalla caffetteria ai panini alla cassa fino alla pulizia del bancone, delle tastiere del bancomat e delle porte. E deve anche controllare che i clienti rispettino le norme di sicurezza che, dall’inizio dell’emergenza, impongono di consumare cibo e bevande all’esterno. Il 18 marzo le rappresentanze regionali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno proclamato proprio per questo lo stato di agitazione, lamentando che “l’azienda non sta considerando prioritaria la salute e sicurezza dei lavoratori”.
Nel frattempo le mascherine sono arrivate. Il monopresidio è stato comunque adottato in tutta Italia, di notte e “in molti punti vendita anche di giorno”, spiega Fabrizio Russo, segretario nazionale della Filcams Cgil. In questi giorni sindacati e azienda – che ha chiesto per i lavoratori di tutti i punti vendita gli ammortizzatori sociali per riduzione dell’orario di lavoro alla luce del calo dei ricavi – hanno negoziato sul protocollo aziendale su sicurezza e gestione dei flussi. “Il 6 maggio è stato costituito il comitato per la sicurezza che dovrà monitorarne l’attuazione”, racconta Russo. “Resta il fatto che Autogrill non vuole rinunciare al monopresidio. Sostiene che in questa fase un altro modello organizzativo non è sostenibile. Ma come fa un solo lavoratore a prestare la sua normale attività e in più adottare tutte le misure necessarie in una situazione di emergenza sanitaria? Se è dietro il bancone, la sanificazione chi la fa?”.
Rongione impugnerà il licenziamento. Autogrill Italia ha fatto sapere a ilfattoquotidiano.it che “non intende entrare in questa sede nel merito delle vicende che hanno portato alla risoluzione del rapporto di lavoro con la ex dipendente” e scrive che “non appena l’emergenza legata al Covid-19 si è manifestata, la Società ha tempestivamente e puntualmente adottato tutte le misure e i presidi previsti dalle normative e dai provvedimenti di volta in volta emanati dalle competenti Autorità, al fine di tutelare la salute dei propri dipendenti e dei clienti”.