Nessun amico, nessun conoscente, nessuno spazio condiviso (c’è pure il Covid-19) anche solo con il classico vicino di casa. Meghan, la duchessa, in riva all’oceano ha invece ritrovato se stessa e la sua cerchia di amiche
Isolato. Disorientato. Sperduto. Il principe Harry a Los Angeles è come un pesce fuor d’acqua. Non basta avere lo stesso codice postale di una delle serie cult anni ’90 – 92010 Beverly Hills. L’oramai ex duca del Sussex da quando si è trasferito in California non sa più dove sbattere la testa. Nessun amico, nessun conoscente, nessuno spazio condiviso (c’è pure il Covid-19) anche solo con il classico vicino di casa. Meghan, la duchessa, in riva all’oceano ha invece ritrovato se stessa e la sua cerchia di amiche.
Il Daily Mail parla di “team Meghan”. Ovvero le preferite Benita Litt, Heather Dorak, Abigail Spencer. Lì vicino abita anche l’amica Serena Williams. E nel raggio di pochi isolati c’è pure l’insegnante personale di pilates, Heather. Per non farsi mancare nulla, infine, a un tiro di schioppo c’è pure mamma Doria Ragland. Per quanto riguarda, invece, l’abitazione reale numero due, al posto del cottage di Kensington Palace, ecco la villa “hollywoodiana” da circa 14 milioni di dollari dove papà, mamma e figliolo Archie sono ospiti. Già, perché il proprietario è l’attore e comico Tyler Perry. Lo sfarzo poi non è così esagerato. Come riporta Page Six si tratta di otto camere da letto per una proprietà recintata a prova di paparazzo.
Solo che per tutti quelli che sono riusciti ad intravederlo nei giorni di lockdown, o anche solo per coloro che ogni tanto riescono a carpire informazioni dalle gole profonde più accreditate, la voce che gira è che sia “solo come un cane”. Oltretutto, a rivedere le ultime immagini in cui appare con una leggera barbetta e un’acconciatura molto fintamente tirata via, sembra diventato anche un bell’ometto. Non più quello spaurito anatroccolo che cammina all’ombra dell’oramai anonimo William. Harry pare più umano degli umani tra i discendenti degli Windsor. Più Lady Diana nell’anima che nelle cose. Eppure la felicità di un figlio, il tentativo di autonomia senza corona sul capo, faticano a diventare gioia assoluta. Ci vorrebbe un amico, cantava qualcuno.