"Non è una liberazione, lei ancora oggi è una vittima, hanno liberato un corpo ma non la sua testa", spiega Capuozzo riferendosi a un eventuale "lavaggio del cervello" che i suoi sequestratori le avrebbero potuto fare in questi mesi
Nel corso dell’ultima puntata di Quarta Repubblica su Rete 4 si è parlato anche della liberazione di Silvia Romano dopo 18 mesi di prigionia tra Kenya e Somalia per mano del gruppo jihadista Al Shabaab. Ospite in collegamento c’era Toni Capuozzo, il giornalista storico inviato di guerra di Mediaset, secondo cui la cooperante 25enne “è una persona che continua ancora ad essere prigioniera”.
“Non è una liberazione, lei ancora oggi è una vittima, hanno liberato un corpo ma non la sua testa“, spiega Capuozzo riferendosi a un eventuale “lavaggio del cervello” che i suoi sequestratori le avrebbero potuto fare in questi mesi, spingendola a convertirsi all’Islam, una scelta che il giornalista definisce “obbligata” perché unico modo per vedersi risparmiata la vita dai tagliagole, nonostante la giovane l’abbia rivendicata come autonoma.
Ma Toni Capuozzo punta il dito anche sulla “filiera a monte“, vale a dire le varie associazioni umanitarie che lavorano in territori a rischio: “La poca responsabilità è di chi li manda questi ragazzi lì, se ne dovrebbero far carico le Ong che mandano questi ragazzi in posti a rischio se poi succede qualcosa”.