Cercando il nome di Silvia Romano su Instagram, il primo risultato è il profilo di un’omonima della cooperante rapita alle 20 di martedì 20 novembre nella contea di Kilifi, in Kenya: @itssil. Da quando Silvia è stata liberata dopo 18 mesi di prigionia, l’account della sua omonima è stato preso d’assalto da haters senza ritegno (inutile dire cosa è successo alla cooperante: gli insulti arrivati sulla sua pagina Facebook sono stati così tanti che, al momento, è stata chiusa). “Bentornata Silvia”, “Finalmente libera”, tra le cose che hanno scritto all’omonima Silvia. Ma anche: “Quanto ci sei costata per riportarti indietro?”, “Che vergogna, 4 milioni per riportarti indietro…”.
Silvia Romano che vedete in foto non ha nulla in comune con la cooperante se non il nome e l’anno di nascita (entrambe sono nate nel 1995). Lei lavora come assistente del rapper Anastasio, l’ex vincitore di X Factor e in gara all’ultimo Festival di Sanremo. “Questa vicenda mi ha fatto riflettere sulla facilità con cui è facile gettare odio, addirittura sulla persona sbagliata. Non riesco a capire la mentalità di queste persone. Per me è assurdo andare a cercare la ‘vera’ Silvia Romano sui social. Ci vedo una grande morbosità, superficialità ed egocentrismo”, racconta a FqMagazine. E i numeri sono “folli”: al momento il suo profilo (seguito da 6mila persona) conta di 489mila impression e 101mila visite, nonostante l’omonima abbia scritto sin da subito di non essere la cooperante milanese.
“Già a novembre 2018, quando Silvia è stata rapita, il mio profilo ha avuto un boom di visualizzazioni e nuovi followers. Cosa si aspettassero, non lo so. Forse una storia con i rapitori?”. Da quando la notizia della liberazione di Silvia Romano è diventata di dominio pubblico, l’assistente di Anastasio è stata sommersa dai messaggi, molti offensivi e violenti. “Tutto si è svolto a fasi. La prima fase è stata di gioia. Mi hanno scritto: ‘Finalmente’, ‘Bentornata’. Quando Silvia è discesa dall’aereo con la testa coperta, i commenti si sono trasformati nell’odio. Dopodiché, oggi, quando la notizia di questa omonimia è cominciata a circolare è arrivato il terzo step. Gli haters mi hanno scritto che io sto sfruttando questa situazione per farmi pubblicità. Ma io purtroppo ho questo nome da 25 anni, che colpa ne ho? Nel quarto step, quello attuale, i commenti sono di questo tenore: “È l’assistente di Anastasio, si merita gli insulti’. Siamo passati dallo scambio di persona all’insulto fino alle accuse. Non so quale sarà il prossimo step…”.
Per Silvia Romano, l’omonima, è stata un’occasione di riflessione. “Spero che prima o poi la gente cominci a capire che quello che si scrive sui social non ha un peso diverso dall’urlare quelle stesse frasi in piazza. Quando si scrive un commento sui social, si lascia un macigno. Se io potessi accoglierne ancora di più, di haters, per toglierli alla vera Silvia in questo momento, io li accoglierei tutti. Venissero tutti da me… Io gli haters li trollo, ma poi penso a Silvia, alla vera Silvia, e mi si spezza il cuore”.