Un fuori onda inedito di Mara Venier è stato trasmesso da Striscia la notizia nella puntata in onda lunedì 11 maggio. La finta Venier, attraverso il deepfake e l’imitazione di Francesca Manzini, si è collegata con Flavio Insinna, immagini riprese dall’ultima ospitata a Domenica In del conduttore romano. L’occasione per inscenare un dialogo e ritrasmettere gli insulti del volto de L’Eredità ai concorrenti di Affari tuoi. Così la Manzini nei panni della presentatrice veneta si chiede i motivi della sua mancata esclusione dai programmi della tv pubblica facendo riferimento a protezioni, scherzando o alludendo, al Vaticano, Mattarella e Walter Veltroni.
Fin qui tutto sembra muoversi tra la satira e l’ironia fin quando il tg satirico di Antonio Ricci, a sorpresa, ha deciso di trasmettere un audio inedito di Mara Venier infuriata: “… Che qui dentro deve rimanere Mara Venier. Io vi butto fuori a calci in c**o! Perché voi vi dovete vergognare di farmi lavorare così!“. Le parole probabilmente erano riferite al gruppo di lavoro della trasmissione domenicale, un filmato non datato e non contestualizzato, non è chiaro dunque il motivo dell’arrabbiatura della signora della domenica.
“Ce ne sono altri“, viene assicurato sul finale del servizio dalla voce, questa volta imitata, di Insinna. Di cosa si tratterà e i nuovi audio saranno trasmessi nei prossimi giorni? Al momento la conduttrice non ha fornito repliche. Il dietro le quinte di Domenica In è dunque tornato al centro della scena. L’episodio avrà a che fare con le accuse piuttosto gravi rivolte alla conduttrice dagli organizzatori-ispettori di Produzione CPTV ROMA che lo scorso febbraio avevano rilasciato un comunicato? “La misura è colma. L’aggressione verbale – offese personali, insulti irriferibili e minacce – immotivata e demenziale perpetrata nei confronti di un nostro collega nello svolgimento delle sue normali funzioni professionali, durante la trasmissione Domenica In, posta in atto dalla conduttrice del programma, è solo l’ultimo episodio increscioso di una lunga sequenza che impatta negativamente sull’intera categoria degli Ispettori di Produzione“, si accennava nella lettera.