I modelli 'incriminati' sono quelli prodotti in Russia dopo il primo aprile, mentre in Italia gli aiuti sono arrivati a fine marzo. E i ventilatori in questione, circa 30, non sarebbero stati ancora distribuiti negli ospedali del nostro Paese
Sono andati a fuoco negli ospedali Spasokukotsky di Mosca e al San Giorgio di San Pietroburgo, dove hanno causato incendi che hanno ucciso sei persone. Tutto è partito da due ventilatori Aventa-M di fabbricazione russa, che oggi sono stati sospesi dal Servizio federale di sorveglianza sanitaria (Roszdravnadzor). Ma sono anche lo stesso modello donato dalla Russia all’Italia, come parte degli aiuti decisi dal Cremlino, arrivati nel nostro Paese a fine marzo.
Il Roszdravnadzor, allo stesso tempo, ha evidenziato che i modelli ‘incriminati’ sono quelli prodotti in Russia dopo il primo aprile. Stando a fonti ben informate vicine al dossier, circa “il 30%” della partita da 90 macchine donate dalla Russia all’Italia rientrerebbe in quella categoria (i ventilatori in questione, inoltre, non sarebbero stati ancora distribuiti negli ospedali italiani). Secondo Interfax, anche le macchine fornite dalla Russia agli Usa sono degli Aventa-M (e gli Usa hanno sospeso il loro utilizzo subito dopo la notizia degli incendi a Mosca e San Pietroburgo).