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Sicilia, l’Ars discute la riforma edilizia di Musumeci. M5s e ambientalisti: “È un condono. E la norma è incostituzionale”

Si annuncia infuocatissimo l’esordio in commissione Ambiente previsto per oggi all’Assemblea regionale siciliana della legge sulla riforma edilizia. Si tratta di una serie di modifiche per integrare la legge in quelle parti che erano state impugnate dal governo nazionale. L'assessore regionale all'Ambiente: "Una legge che finalmente fa chiarezza, fermando i continui ricorsi ai tribunali amministrativi che hanno fin qui sempre dato ragione ai cittadini”

Quello preparato dalla giunta di Nello Musumeci è un “condono edilizio”. Dalle associazioni ambientaliste al M5s la definizione è unanime. Tutti col dito puntato contro il governo regionale reo di aver presentato una legge di riforma della edilizia che “di fatto è una sanatoria per gli immobili abusivi in aree con vincolo paesaggistico, archeologico e idrogeologico”, dice Giampiero Trizzino. Il consigliere regionale dei Cinquestelle ed esperto di diritto ambientale ne è certo: “È una norma incostituzionale”.

Si annuncia infuocatissimo l’esordio in commissione Ambiente previsto per oggi all’Assemblea regionale siciliana della legge sulla riforma edilizia. Si tratta di una serie di modifiche per integrare la legge regionale 16 del 2016, testo unico sull’Edilizia, in quelle parti che erano state impugnate dal governo nazionale: “Invece hanno presentato una legge ex novo”, ribadisce il grillino. “Uno spettro si aggira per la Sicilia: lo spettro del condono edilizio”, lancia l’allarme anche Italia Nostra, l’associazione nazionale per la tutela del patrimonio artistico. “Una legge che estende i benefici del condono del 2003”, aggiunge anche Gianfranco Zanna, presidente siciliano di Legambiente. “Una norma che finalmente fa chiarezza, fermando i continui ricorsi ai tribunali amministrativi che hanno fin qui sempre dato ragione ai cittadini”, ribatte, invece, l’assessore all’Ambiente, Toto Cordaro.

La storia parte infatti da lontano, dal 2003 (governo Berlusconi), quando la legge 236 lancia il condono edilizio, dal quale restano fuori le costruzioni in aree sottoposte a vincolo totale “ma anche quella a vincolo relativo”, sottolinea Trizzino. Ed è proprio su quest’ultimo aspetto che il proprietario di una struttura abusiva di un terrazzo di un palazzo a tre piani nel borgo antico di Milazzo fa ricorso alla giustizia amministrativa, “perché è una edificabilità relativa – spiega Cordaro – si può condonare, cioè, previo parere”. Il Cga dà ragione al milazzese. Nel frattempo però è il governo Crocetta a gestire la questione e non senza altalene: prima viene firmata l’ormai nota circolare Lo Bello (dal nome dell’ex assessora alle Attività produttive) che concede la possibilità di condonare, ma non ha forza normativa sufficiente e viene così ritirata dall’allora assessora ai Beni culturali, Mariarita Sgarlata, che poco dopo (travolta da uno scandalo sulla presunta abusività della sua piscina, poi rilevatosi infondato) viene defenestrata: al suo posto arriverà Maurizio Croce che ripristinerà la circolare Lo Bello. “Abbiamo la necessità di dare forza normativa mettendo fine ai continui ricorsi, fermo restando che non si tratta di un condono”, ribadisce Cordaro.

Nel mirino delle polemiche, però, soprattutto l’art. 18 della legge presentata dal governo Musumeci, che recita: “Resta salva l’ammissibilità delle istanze presentate, ai sensi del precedente comma l, per la regolarizzazione delle opere realizzate nelle aree soggette a vincoli che non comportino inedificabilità assoluta”. Poche parole che aprono la possibilità per chi ha edifici abusivi in aree soggette a vincoli relativi di chiedere la “regolarizzazione”. “Di fatto demandando a Genio civile, Sovrintendenze, Forestale e Comuni la decisione vera e propria, nel frattempo però incassando il consenso di chi preme per il condono”, sottolinea Zanna.

“In sostanza, con questa proposta di legge si vorrebbe estendere la sanatoria del ‘terzo condono edilizio’ del 2003 anche a quelle istanze relative a immobili costruiti in aree vincolate”, scrivono in una nota da Italia nostra. “Quello che si vuole fare è prendere una circolare assolutamente illegittima e trasformarla in legge”, ne è certo Trizzino. Che continua: “Si tratta di una operazione assolutamente incostituzionale, perché viola i limiti delle competenze delle Regioni, sforando addirittura nel campo del diritto penale. Ma vi è di più, la proposta, qualora dovesse essere approvata, rischierebbe di creare una pericolosa differenza di trattamento tra chi – a parità di condizioni – ha visto abbattuta la propria abitazione e chi invece la vedrebbe sanata”. “Così verrebbero sanate tutte le costruzioni abusive della Valle dei Templi e dell’Oasi del Simeto”, avverte il presidente di Legambiente. Contro il quale si scaglia l’assessore: “Il mio timore è che le associazioni ambientaliste – sottolinea Cordaro – si siano schierate per principio all’opposizione del governo che ha come unica colpa quello di essere di centrodestra e di normare finalmente l’ambiente che è diventato organo principale dell’agenda di Musumeci”. Intanto i cinquestelle promettono già dalla discussione in Commissione un emendamento soppressivo dell’art. 18: “Se la legge arrivasse all’approvazione in aula così com’è, dubito passerà il vaglio del governo nazionale”, prevede Trizzino.