È durato due mesi e mezzo il divieto per i fedeli italiani di andare a messa. Un tempo nel quale è stata compresa anche la Settimana Santa che è stato un evento assolutamente inedito nella storia della Penisola dovuto al lockdown deciso dal governo per arginare i contagi di coronavirus. Dal 18 maggio, grazie a un sofferto accordo tra l’esecutivo e la Cei, non privo di momenti di forte tensione, i fedeli potranno tornare di nuovo a messa, ma rispettando norme piuttosto ferree, mentre i funerali sono già ripresi.
Finiscono le dirette della messa mattutina da Casa Santa Marta – Una decisione benedetta anche da Papa Francesco. All’inizio del lockdown Bergoglio aveva eccezionalmente deciso di far trasmettere in diretta ogni mattina, alle 7, la messa che celebra nella cappella della sua residenza, Casa Santa Marta. Dall’inizio del pontificato il Papa non aveva mai autorizzato la diretta della sua celebrazione perché la considerava un evento privato. L’impossibilità per i fedeli di partecipare alle messe ha convinto Bergoglio a dare finalmente il via libera alla trasmissione che, di giorno in giorno, è diventato un appuntamento televisivo molto seguito sia su Raiuno che su Tv2000, rilanciato dai siti di informazione e dai tg. Ma con la ripresa delle messe coi fedeli Francesco ha deciso di non far più trasmettere la sua celebrazione. L’ultima sarà proprio il 18 maggio, giorno in cui ricorrono i cento anni dalla nascita di San Giovanni Paolo II. Il Papa la celebrerà non come consuetudine nella cappella di Casa Santa Marta, bensì sulla tomba di Wojtyla nella Basilica Vaticana. “Lo stesso giorno – ha spiegato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni – riprenderà in Italia, ed è già ripresa in molte parti del mondo, la celebrazione della messa con concorso di fedeli. Per questo motivo, dal giorno successivo, 19 maggio, cesserà la trasmissione in diretta delle messe mattutine da Casa Santa Marta. Come ha avuto modo di affermare nei giorni scorsi, il Papa auspica che il popolo di Dio possa così tornare alla familiarità comunitaria con il Signore nei sacramenti, partecipando alla liturgia domenicale, e riprendendo, anche nelle chiese, la frequentazione quotidiana del Signore e della sua parola”.
Ritorno alla messa da lunedì 18: le norme da seguire – Per il ritorno dei fedeli a messa si è scelta una soluzione abbastanza soft preferendo riaprire le porte delle chiese in un giorno feriale, di lunedì, quando le celebrazioni sono molto meno affollate rispetto alla domenica. Un modo, sia per i parroci che per le persone, per testare tutte le norme imposte dal governo, e in particolare dal Comitato tecnico scientifico. Le regole, infatti, sono tante e abbastanza rigide: dalla sanificazione delle chiese, al numero massimo dei partecipanti; dall’obbligo di mantenere sempre la distanza di sicurezza, all’uso della mascherina; fino al divieto di accesso per coloro che hanno sintomi influenziali, una temperatura corporea uguale o superiore ai 37,5 gradi o sono stati in contatto con persone positive al coronavirus nei giorni precedenti.
Per le celebrazioni che si svolgeranno al chiuso il numero massimo di presenze è di duecento persone. Mille se, invece, la messa si tiene all’aperto. Secondo quanto prevede il protocollo firmato dal governo e dalla Cei “l’accesso individuale ai luoghi di culto si deve svolgere in modo da evitare ogni assembramento sia nell’edificio sia nei luoghi annessi, come per esempio le sacrestie e il sagrato. Nel rispetto della normativa sul distanziamento tra le persone, il legale rappresentante dell’ente individua la capienza massima dell’edificio di culto, tenendo conto della distanza minima di sicurezza, che deve essere pari ad almeno un metro laterale e frontale. L’accesso alla chiesa, in questa fase di transizione, resta contingentato e regolato da volontari e/o collaboratori che, indossando adeguati dispositivi di protezione individuale, guanti monouso e un evidente segno di riconoscimento, favoriscono l’accesso e l’uscita e vigilano sul numero massimo di presenze consentite. Laddove la partecipazione attesa dei fedeli superi significativamente il numero massimo di presenze consentite, si consideri l’ipotesi di incrementare il numero delle celebrazioni liturgiche”.
Il protocollo stabilisce, inoltre, che “per favorire un accesso ordinato, durante il quale andrà rispettata la distanza di sicurezza pari almeno 1,5 metri, si utilizzino, ove presenti, più ingressi, eventualmente distinguendo quelli riservati all’entrata da quelli riservati all’uscita. Durante l’entrata e l’uscita dei fedeli le porte rimangano aperte per favorire un flusso più sicuro ed evitare che porte e maniglie siano toccate. Coloro che accedono ai luoghi di culto per le celebrazioni liturgiche sono tenuti a indossare mascherine. Venga ricordato ai fedeli che non è consentito accedere al luogo della celebrazione in caso di sintomi influenzali/respiratori o in presenza di temperatura corporea pari o superiore ai 37,5° C. Venga altresì ricordato ai fedeli che non è consentito l’accesso al luogo della celebrazione a coloro che sono stati in contatto con persone positive a SARS-CoV2 nei giorni precedenti. Si favorisca, per quanto possibile, l’accesso delle persone diversamente abili, prevedendo luoghi appositi per la loro partecipazione alle celebrazioni nel rispetto della normativa vigente. Agli ingressi dei luoghi di culto siano resi disponibili liquidi igienizzanti”.
La sanificazione – Questo è un altro aspetto molto importante. “I luoghi di culto, ivi comprese le sagrestie, siano igienizzati regolarmente al termine di ogni celebrazione, mediante pulizia delle superfici con idonei detergenti ad azione antisettica. Si abbia, inoltre, cura di favorire il ricambio dell’aria. Al termine di ogni celebrazione, i vasi sacri, le ampolline e altri oggetti utilizzati, così come gli stessi microfoni, vengano accuratamente disinfettati. Si continui a mantenere vuote le acquasantiere della chiesa”.
Il protocollo indica anche alcune regole da osservare nelle celebrazioni liturgiche. “Per favorire il rispetto delle norme di distanziamento è necessario ridurre al minimo la presenza di concelebranti e ministri, che sono comunque tenuti al rispetto della distanza prevista anche in presbiterio. Può essere prevista la presenza di un organista, ma in questa fase si ometta il coro. Tra i riti preparatori alla comunione si continui a omettere lo scambio del segno della pace. La distribuzione della comunione avvenga dopo che il celebrante e l’eventuale ministro straordinario avranno curato l’igiene delle loro mani e indossato guanti monouso; gli stessi, indossando la mascherina, avendo massima attenzione a coprirsi naso e bocca e mantenendo un’adeguata distanza di sicurezza, abbiano cura di offrire l’ostia senza venire a contatto con le mani dei fedeli. I fedeli assicurino il rispetto della distanza sanitaria”.
Inoltre, il protocollo stabilisce che “per ragioni igienico-sanitarie, non è opportuno che nei luoghi destinati ai fedeli siano presenti sussidi per i canti o di altro tipo. Le eventuali offerte non siano raccolte durante la celebrazione, ma attraverso appositi contenitori, che possono essere collocati agli ingressi o in altro luogo ritenuto idoneo. Il richiamo al pieno rispetto delle disposizioni sopraindicate, relative al distanziamento e all’uso di idonei dispositivi di protezione personale si applica anche nelle celebrazioni diverse da quella eucaristica o inserite in essa: battesimo, matrimonio, unzione degli infermi ed esequie”. Il protocollo prevede anche che “nelle unzioni previste nell’amministrazione dei sacramenti del battesimo e dell’unzione degli infermi, il ministro indossi, oltre alla mascherina, guanti monouso”. Infine, “il sacramento della penitenza sia amministrato in luoghi ampi e areati, che consentano a loro volta il pieno rispetto delle misure di distanziamento e la riservatezza richiesta dal sacramento stesso. Sacerdote e fedeli indossino sempre le mascherine. La celebrazione del sacramento della confermazione è rinviata”.
Twitter: @FrancescoGrana
Cronaca
Coronavirus, Messe aperte ai fedeli da lunedì 18 maggio: tutte le regole, dalle mascherine al limite degli ingressi
Cresime rinviate, acquasantiere vuote, niente segno della pace e distribuzione della comunione con guanti monouso. È quanto prevede il protocollo firmato dal governo e dalla Cei per la ripartenza in sicurezza delle funzioni religiose
È durato due mesi e mezzo il divieto per i fedeli italiani di andare a messa. Un tempo nel quale è stata compresa anche la Settimana Santa che è stato un evento assolutamente inedito nella storia della Penisola dovuto al lockdown deciso dal governo per arginare i contagi di coronavirus. Dal 18 maggio, grazie a un sofferto accordo tra l’esecutivo e la Cei, non privo di momenti di forte tensione, i fedeli potranno tornare di nuovo a messa, ma rispettando norme piuttosto ferree, mentre i funerali sono già ripresi.
Finiscono le dirette della messa mattutina da Casa Santa Marta – Una decisione benedetta anche da Papa Francesco. All’inizio del lockdown Bergoglio aveva eccezionalmente deciso di far trasmettere in diretta ogni mattina, alle 7, la messa che celebra nella cappella della sua residenza, Casa Santa Marta. Dall’inizio del pontificato il Papa non aveva mai autorizzato la diretta della sua celebrazione perché la considerava un evento privato. L’impossibilità per i fedeli di partecipare alle messe ha convinto Bergoglio a dare finalmente il via libera alla trasmissione che, di giorno in giorno, è diventato un appuntamento televisivo molto seguito sia su Raiuno che su Tv2000, rilanciato dai siti di informazione e dai tg. Ma con la ripresa delle messe coi fedeli Francesco ha deciso di non far più trasmettere la sua celebrazione. L’ultima sarà proprio il 18 maggio, giorno in cui ricorrono i cento anni dalla nascita di San Giovanni Paolo II. Il Papa la celebrerà non come consuetudine nella cappella di Casa Santa Marta, bensì sulla tomba di Wojtyla nella Basilica Vaticana. “Lo stesso giorno – ha spiegato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni – riprenderà in Italia, ed è già ripresa in molte parti del mondo, la celebrazione della messa con concorso di fedeli. Per questo motivo, dal giorno successivo, 19 maggio, cesserà la trasmissione in diretta delle messe mattutine da Casa Santa Marta. Come ha avuto modo di affermare nei giorni scorsi, il Papa auspica che il popolo di Dio possa così tornare alla familiarità comunitaria con il Signore nei sacramenti, partecipando alla liturgia domenicale, e riprendendo, anche nelle chiese, la frequentazione quotidiana del Signore e della sua parola”.
Ritorno alla messa da lunedì 18: le norme da seguire – Per il ritorno dei fedeli a messa si è scelta una soluzione abbastanza soft preferendo riaprire le porte delle chiese in un giorno feriale, di lunedì, quando le celebrazioni sono molto meno affollate rispetto alla domenica. Un modo, sia per i parroci che per le persone, per testare tutte le norme imposte dal governo, e in particolare dal Comitato tecnico scientifico. Le regole, infatti, sono tante e abbastanza rigide: dalla sanificazione delle chiese, al numero massimo dei partecipanti; dall’obbligo di mantenere sempre la distanza di sicurezza, all’uso della mascherina; fino al divieto di accesso per coloro che hanno sintomi influenziali, una temperatura corporea uguale o superiore ai 37,5 gradi o sono stati in contatto con persone positive al coronavirus nei giorni precedenti.
Per le celebrazioni che si svolgeranno al chiuso il numero massimo di presenze è di duecento persone. Mille se, invece, la messa si tiene all’aperto. Secondo quanto prevede il protocollo firmato dal governo e dalla Cei “l’accesso individuale ai luoghi di culto si deve svolgere in modo da evitare ogni assembramento sia nell’edificio sia nei luoghi annessi, come per esempio le sacrestie e il sagrato. Nel rispetto della normativa sul distanziamento tra le persone, il legale rappresentante dell’ente individua la capienza massima dell’edificio di culto, tenendo conto della distanza minima di sicurezza, che deve essere pari ad almeno un metro laterale e frontale. L’accesso alla chiesa, in questa fase di transizione, resta contingentato e regolato da volontari e/o collaboratori che, indossando adeguati dispositivi di protezione individuale, guanti monouso e un evidente segno di riconoscimento, favoriscono l’accesso e l’uscita e vigilano sul numero massimo di presenze consentite. Laddove la partecipazione attesa dei fedeli superi significativamente il numero massimo di presenze consentite, si consideri l’ipotesi di incrementare il numero delle celebrazioni liturgiche”.
Il protocollo stabilisce, inoltre, che “per favorire un accesso ordinato, durante il quale andrà rispettata la distanza di sicurezza pari almeno 1,5 metri, si utilizzino, ove presenti, più ingressi, eventualmente distinguendo quelli riservati all’entrata da quelli riservati all’uscita. Durante l’entrata e l’uscita dei fedeli le porte rimangano aperte per favorire un flusso più sicuro ed evitare che porte e maniglie siano toccate. Coloro che accedono ai luoghi di culto per le celebrazioni liturgiche sono tenuti a indossare mascherine. Venga ricordato ai fedeli che non è consentito accedere al luogo della celebrazione in caso di sintomi influenzali/respiratori o in presenza di temperatura corporea pari o superiore ai 37,5° C. Venga altresì ricordato ai fedeli che non è consentito l’accesso al luogo della celebrazione a coloro che sono stati in contatto con persone positive a SARS-CoV2 nei giorni precedenti. Si favorisca, per quanto possibile, l’accesso delle persone diversamente abili, prevedendo luoghi appositi per la loro partecipazione alle celebrazioni nel rispetto della normativa vigente. Agli ingressi dei luoghi di culto siano resi disponibili liquidi igienizzanti”.
La sanificazione – Questo è un altro aspetto molto importante. “I luoghi di culto, ivi comprese le sagrestie, siano igienizzati regolarmente al termine di ogni celebrazione, mediante pulizia delle superfici con idonei detergenti ad azione antisettica. Si abbia, inoltre, cura di favorire il ricambio dell’aria. Al termine di ogni celebrazione, i vasi sacri, le ampolline e altri oggetti utilizzati, così come gli stessi microfoni, vengano accuratamente disinfettati. Si continui a mantenere vuote le acquasantiere della chiesa”.
Il protocollo indica anche alcune regole da osservare nelle celebrazioni liturgiche. “Per favorire il rispetto delle norme di distanziamento è necessario ridurre al minimo la presenza di concelebranti e ministri, che sono comunque tenuti al rispetto della distanza prevista anche in presbiterio. Può essere prevista la presenza di un organista, ma in questa fase si ometta il coro. Tra i riti preparatori alla comunione si continui a omettere lo scambio del segno della pace. La distribuzione della comunione avvenga dopo che il celebrante e l’eventuale ministro straordinario avranno curato l’igiene delle loro mani e indossato guanti monouso; gli stessi, indossando la mascherina, avendo massima attenzione a coprirsi naso e bocca e mantenendo un’adeguata distanza di sicurezza, abbiano cura di offrire l’ostia senza venire a contatto con le mani dei fedeli. I fedeli assicurino il rispetto della distanza sanitaria”.
Inoltre, il protocollo stabilisce che “per ragioni igienico-sanitarie, non è opportuno che nei luoghi destinati ai fedeli siano presenti sussidi per i canti o di altro tipo. Le eventuali offerte non siano raccolte durante la celebrazione, ma attraverso appositi contenitori, che possono essere collocati agli ingressi o in altro luogo ritenuto idoneo. Il richiamo al pieno rispetto delle disposizioni sopraindicate, relative al distanziamento e all’uso di idonei dispositivi di protezione personale si applica anche nelle celebrazioni diverse da quella eucaristica o inserite in essa: battesimo, matrimonio, unzione degli infermi ed esequie”. Il protocollo prevede anche che “nelle unzioni previste nell’amministrazione dei sacramenti del battesimo e dell’unzione degli infermi, il ministro indossi, oltre alla mascherina, guanti monouso”. Infine, “il sacramento della penitenza sia amministrato in luoghi ampi e areati, che consentano a loro volta il pieno rispetto delle misure di distanziamento e la riservatezza richiesta dal sacramento stesso. Sacerdote e fedeli indossino sempre le mascherine. La celebrazione del sacramento della confermazione è rinviata”.
Twitter: @FrancescoGrana
LA PROFEZIA DEL DON
di Don Gallo e Loris Mazzetti 12€ AcquistaArticolo Precedente
Silvia Romano ha dei nuovi carcerieri. E il loro dio è il soldo
Articolo Successivo
Milano, uno tsunami di denaro sporco: oltre un miliardo di euro di operazioni sospette in sei anni
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Mosca avanza nel Kursk, “ipotesi ritiro degli ucraini”. Il risiko Europa: Trump vuole spostare 35mila soldati dalla Germania e abbandonare le esercitazioni militari
Cronaca
“Papa Francesco, graduale miglioramento. Esami stabili, buona risposta alla terapia. Ma la prognosi resta riservata”: il bollettino
Zonaeuro
Germania, raggiunto un principio di accordo per formare il governo. I punti dell’intesa tra Cdu-Csu e Spd
Palermo, 9 mar. (Adnkronos) - "Il nostro governo ha scelto di realizzare i termovalorizzatori con risorse pubbliche, stanziando 800 milioni di euro attraverso il Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc). Questo per evitare che il costo di ammortamento potesse ricadere sui cittadini attraverso tariffe esorbitanti. Noi vogliamo evitare questo errore e garantire un sistema sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale. Non solo". Così, in un intervento sul Giornale di Sicilia il Presidente della Regione siciliana Renato Schifani. "I termovalorizzatori rappresentano una grande opportunità anche per il nostro sistema energetico- dice -In un periodo storico in cui i costi dell’energia sono sempre più elevati e la transizione ecologica è una priorità globale, trasformare i rifiuti in energia significa rendere la Sicilia più autonoma, ridurre la dipendenza da fonti fossili e creare un sistema. Il nostro cronoprogramma: entro questo marzo/aprile bando per progettazione; entro settembre 2026 inizio lavori (durata diciotto mesi). La Sicilia non può più permettersi di rimanere prigioniera dell’emergenza, della precarietà, dell’inerzia. È il momento di agire con coraggio e senso del dovere".
"Chi si oppone abbia almeno l’onestà di dire chiaramente perché e di assumersi la responsabilità di condannare questa terra al degrado e all’inefficienza- dice Schifani - Non possiamo accettare che il futuro della Sicilia venga bloccato da interessi di parte, da vecchie logiche a volte ambigue. Non possiamo più tollerare un sistema che penalizza i cittadini, le imprese e l’ambiente. La nostra Regione merita di voltare pagina. Merita un futuro fatto di pulizia, decoro e sostenibilità. Noi andremo avanti, con determinazione e con la convinzione che questa sia l’unica strada possibile. Anche se in salita. In tutti i sensi. Perché la Sicilia merita di più".
Palermo,9 mar. (Adnkronos) - "Perché, dopo vent’anni di dibattiti e promesse mancate, ancora oggi qualcuno si oppone alla realizzazione di impianti di termovalorizzazione? L’esperienza europea dimostra che questi impianti sono una soluzione efficiente e sicura per chiudere il ciclo dei rifiuti, trasformando ciò che non può essere riciclato in energia pulita. Eppure, in Sicilia si è continuato a rinviare, mentre le discariche si riempiono e i cittadini pagano bollette sempre più alte per smaltire i rifiuti altrove. È davvero un problema di tutela ambientale? No, perché i moderni termovalorizzatori sono progettati per garantire emissioni praticamente nulle, rispettando i più severi standard europei". Così il Presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, in un intervento sul Giornale di Sicilia. "Parlare di inquinamento è oggi fuori luogo: in molte città del Nord Italia, in Europa e nel mondo, questi impianti convivono con i centri abitati senza alcun impatto sulla qualità dell’aria", dice.
"Forse si vuole difendere il business delle discariche? È un dubbio legittimo. Il sistema attuale, infatti, ha spesso alimentato interessi economici poco trasparenti, in alcuni casi perfino legati alla criminalità organizzata. E di questo ho parlato in occasione della mia audizione alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle ecomafie", conclude Schifani.
Palermo, 9 mar. (Adnkronos) - "La Sicilia, purtroppo, vive da decenni un’emergenza che sembra diventata strutturale. Il mio governo ha individuato fin dalla campagna elettorale questo come un obiettivo primario, consapevole che la gestione dei rifiuti non è solo un problema ambientale, ma anche sociale ed economico. Abbiamo ereditato una situazione di stallo, con un sistema fondato su discariche ormai al collasso, senza un’efficace pianificazione e con una raccolta differenziata ancora insufficiente. E soprattutto, mancava uno strumento fondamentale: il Piano rifiuti, indispensabile per poter programmare e realizzare qualsiasi intervento strutturale. Lo abbiamo speditamente adottato nel novembre scorso, dopo un grande lavoro di squadra che ha coinvolto vari organi istituzionali preposti al ramo". Così, in un intervento sul Giornale di Sicilia, il Presidente della Regione siciliana, Renato Schifani,.
"Sapevamo che sarebbe stato un percorso difficile, sia dal punto di vista normativo che politico- prosegue - E a volte avvertiamo una condizione di solitudine, nel dover difendere un’idea di sviluppo che dovrebbe essere patrimonio comune, ma che invece incontra resistenze incomprensibili e a volte ambigue. Non cori da stadio, ma silenzi a volte trasversali e imbarazzanti".
"Non è un caso che il tema dei termovalorizzatori in Sicilia sia presente nel dibattito pubblico da oltre vent’anni, senza mai trovare una concreta soluzione- aggiunge Schifani - In tutto questo tempo, mentre in altre regioni italiane e in Europa si realizzavano impianti di ultima generazione per trasformare i rifiuti in energia, in Sicilia si continuava a rinviare, accumulando ritardi su ritardi e lasciando che il problema si aggravasse. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: città invase dai rifiuti, discariche sature, costi di smaltimento sempre più elevati e una dipendenza dall’estero per l’invio della spazzatura che pesa sulle tasche dei cittadini siciliani per oltre cento milioni all'anno". "Ciò che trovo più preoccupante è la rassegnazione diffusa tra i siciliani. Dopo decenni di annunci e promesse mancate, molti ormai non credono più che il cambiamento sia possibile. Ma io dico che questa volta è diverso. Questa volta il governo regionale ha fatto una scelta chiara e irreversibile: realizzare gli impianti e dare finalmente alla Sicilia una gestione moderna ed efficiente dei rifiuti. E per questo obiettivo dedico due pomeriggi al mese per monitorare di persona il percorso, spesso complesso ma che ci sforziamo di velocizzare. Per non parlare dei numerosi ricorsi presentati contro il mio piano per bloccare il tutto. A questi ci opporremo con fermezza e competenza".
Palermo, 9 mar. (Adnkronos) - I vigili del fuoco del Comando provinciale di Palermo resteranno per tutta la notte tra via Quintino Sella e via Gaetano Daita per tenere sotto controllo l'edificio in cui ieri mattina si è propagato un vasto incendio che ha distrutto l'appartamento all'ultimo piano dell'ex sottosegretario alla Salute, Adelfio Elio Cardinale, e della moglie, l'ex magistrato Annamaria Palma. I due sono riusciti a mettersi in salvo, tutti i residenti sono stati evacuati, un uomo di 80 anni è rimasto intossicato. "Le fiamme sono state circoscritte e non si propagano più. Sono in corso adesso le operazioni di bonifica che consistono nello smassamento della parte combusta e nello spegnimento dei focolai residui. Per tutta la notte sul posto sarà effettuato un servizio di vigilanza antincendio", ha spiegato in serata all'Adnkronos Agatino Carrolo, direttore regionale dei vigili del fuoco della Sicilia, da ieri mattina sul luogo del rogo.
"Abbiamo dovuto tagliare il tetto con le motoseghe. I miei uomini hanno lavorato a 25 metri su un piano inclinato di 30 gradi e abbiamo lavorato con la dovuta cautela. Tagliato il tetto si impedisce alle fiamme di propagarsi. Quindi rimangono da effettuare le operazioni di bonifica, di rimozione del materiale combusto e laddove ci sono dei focolai residui spegnerli. Oltre a questo si prevede di effettuare un'operazione di vigilanza antincendio ceh consiste in un presidio fisico a vigilare lo stato dei luoghi fino a quando non ci sarà più bisogno", ha detto.
E ha aggiunto: "Ci siamo trovati ad operare ad un altezza di 25 metri dal piano di calpestio. Dobbiamo spegnere un incendio importante di un tetto di circa 400 mq di falde e le fiamme sono particolarmente insidiose perché questa combustione è caratterizzata dal cosiddetto fuoco covante ossia una combustione in condizione di sotto ossigenazione che corre nello spazio di ventilazione del tetto. Quindi in superficie non si vede nulla ma ad un certo punto le fiamme affiorano dove è possibile".
Roma, 8 mar (Adnkronos) - "Non c’è molto da dire, se non che mi vergogno e che mi dispiace molto. Il Pd è germogliato dalle tradizioni più alte e più nobili della storia politica del Paese. Ha nel suo dna l’europeismo. Ed è di tutta evidenza che non può essere questo il nostro posizionamento". Lo scrive sui social Pina Picierno rispondendo alle proteste sui social per il post del Pd sulla questione del piano di Difesa Ue in cui si legge 'bravo Matteo' a proposito delle posizioni di Matteo Salvini.
"Mi vergogno, infatti. E sono allibita", aggiunge la vice presidente del Parlamento europeo.
Roma, 8 mar (Adnkronos) - "Ma vi siete bevuti il cervello Elly Schlein? Vi mettete a scimiottare Salvini. I riformisti sono vivi? Hanno qualcosa da dire? Paolo Gentiloni, Lorenzo Guerini certificate la vostra esistenza in vita al netto di Pina Picierno e Filippo Sensi". Lo scrive sui social Carlo Calenda, rilanciando un post del Partito democratico sulla questione del piano di Difesa Ue in cui tra l'altro si legge 'bravo Matteo' a proposito delle posizioni di Salvini.
Roma, 8 mar (Adnkronos) - "In Italia si aggira un tizio - si chiama Andrea Stroppa - che rappresenta gli interessi miliardari e le intrusioni pericolose di Elon Musk. Dopo avere espresso avvertimenti vagamente minatori e interferito sull’attività di governo, questo Stroppa ha insultato due giornalisti, Fabrizio Roncone e la moglie Federica Serra, con il metodo tipico dell’intimidazione". Lo dice il senatore del Pd Walter Verini.
"Esprimiamo solidarietà ai due giornalisti. E ci chiediamo anche cosa aspetti Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio di questo Paese, a far sentire la sua voce contro queste ingerenze, questi attacchi, questi tentativi di intimidazione a giornalisti e giornali”, aggiunge il capogruppo Pd in Antimafia.